“A quiet passion” di Terence Davies

aquietpassionNon è semplice tessere in “azione” la trama di una vita chiusa, pacata e appartata come quella che ha vissuto la poetessa americana Emily Dickinson (1830-1886), ed è questo un motivo in più per apprezzare il lavoro dell’inglese Terence Davies, “A quiet passion – Una quieta passione”, titolo quanto mai azzeccato da cucire addosso alla povera figlia di Edward Dickinson, stimato avvocato antischiavista e antimilitarista e fervente cristiano, nella verde cittadina di Amherst, Massachusetts.
La ribellione contro l’ottuso rigore religioso, una intelligenza sottile e a tratti irriverente, nonchè una sensibilità eccessiva che le impediva di liberarsi di una solitudine tanto ingombrante quanto necessaria, sono stati i tratti caratteriali di Emily, la quale riusciva ad esprimersi, reprimerndosi fino alla frustrazione, scrivendo di notte, dalle tre all’alba e su permesso del padre, poesie che le avrebbero dato la fama eterna. Non c’è molto altro da dire sull’esistenza di questa donna morta a soli 56 anni per una incurabile malattia renale, se non che abbia saputo vedere nel silenzio e nella penombra delle sue notti un mondo libero, fatto di visioni celesti e amori traspirati, di intergalattiche malinconie, capaci di far sognare milioni di innamorati e aspiranti poeti, in una ragnatela intima e composta di dolori malcelati, quelli per la morte degli amati e rispettati genitori e per gli unici amori non corrisposti della sua vita, il primo per un predicatore sposato e l’altro, profondamente nascosto, per la cognata.
Bella la regia di questa opera più teatrale che cinematografica, curatissima la scenografia degli interni della casa dei Dickinson, universo d’amore e prigione dorata, il continuo gioco luce-ombra, l’anima vibrante di alcune nature morte rappresentate come stampe ottocentesche.
Considerata una protofemminista e portata alla ribalta all’inizio del Novecento dalle “suffragette”, Emily Dickinson – la poetessa più letta al mondo – rivive nella sorprendente interpretazione di Cynthia Nixon – un ruolo che vale una carriera, una vita – bravissima e somigliante attrice nota al grande pubblico per il ruolo dell’impacciata Miranda Hobbes nella strafamosa serie “Sex and the City”; e non è un caso che a interpretare la Dickinson sia una donna forte, una neo-femminista, attivista nella lotta al cancro del seno, che si è sposata con una donna e che nel marzo di quest’anno si è candidata per i Democratici come Governatore dello stato di New York.
Forse leggermente lungo ma intenso, consiglio ” A quiet passion” non solo agli appassionati di poesia, ma soprattutto a chi ha letto “Le stanze di alabastro”, la migliore antologia della Dickinson apparsa in Italia, nella meravigliosa traduzione della poetessa Nadia Campana, la cui estrema immedesimazione con la Dickinson l’ha portata al suicidio nel 1985.

Ignazio Gori

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