Arrestato per corruzione dipendente del ministero Giustizia. Tangenti dell’8% per commesse assicurate e lucro su prezzi materiali informatici

ministero giustiziaIL CASO. Corruzione, associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro la Pubblica Amministrazione e turbata libertà dei procedimenti di scelta del contraente. E’ questo il risultato di un anno di indagini svolte dai carabinieri, coordinati dal pm Ilaria Calò, facendo così luce sulla gestione illecita di commesse e appalti pubblici per la fornitura di materiale all’amministrazione della giustizia, da parte di un dipendente della direzione generale dei servizi informativi del Ministero della Giustizia. Arrestato il dipendente faccendiere e anche altre persone già in custodia cautelare coinvolte.

L’assistente informatico era addetto allo sviluppo di vari progetti di automazione informatica degli uffici giudiziari ma nel frattempo aveva organizzato una vera e propria associazione a delinquere insieme ad altre cinque persone che operavano per conto di ditte contraenti con il ministero, con il fine di trarre ingenti profitti alle spalle della Pubblica Amministrazione.

LE TANGENTI. Il sistema organizzato fino all’ultimo dettaglio si basava su una richiesta continua di tangenti di denaro, pari al 7-8% del valore di ogni appalto, per favorire l’assegnazione delle commesse alle ditte dei restanti indagati, i quali a loro volta pagavano le somme corruttive sotto forma di falsa consulenza. Così facendo, l’assistente informatico faccendiere aveva realizzato un comitato di affari insieme alle ditte dei suoi “collaboratori” assicurando un rapporto privilegiato con la pubblica amministrazione e non rendendo possibile l’intromissione di altri concorrenti per l’appalto di materiali informatici.

LUCRO SUI MATERIALI INFORMATICI. Come se non bastasse, per trarre ancora più profitti dagli acquisti per conto dell’amministrazione della giustizia, la persona interessata alterava il funzionamento del mercato elettronico della Pa, aumentando così indebitamente i prezzi di offerta dei materiali proposti dalle ditte gestite dai soggetti a lui associati. Materiali che lui stesso acquistava per conto del ministero attraverso una procedura amministrativa semplificata lucrando sulla maggiorazione del prezzo.

Dopo numerose perquisizioni e dopo aver sequestrato la documentazione amministrativa ed il materiale informatico i carabinieri hanno messo in manette i cinque indagati sotto misura cautelare e il sesto è agli arresti domiciliari.

Sara Stefanini

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