Bye bye sterline di carta, gli inglesi provano quelle di plastica

inghilterraLe sterline diventano di plastica. O almeno ci provano. Dopo la scelta di una ventina di nazioni tra cui Australia e Canada, la Banca d’Inghilterra ha deciso di sperimentare le banconote in polimeri plastici partendo da quelle di taglio più piccolo, da 5 e dieci sterline, rispettivamente con le immagini di Winston Churcill e Jane Austen. Ma nei prossimi mesi il nuovo denaro verrà messo sotto l’insindacabile giudizio degli inglesi.

Se la plastic money passerà “l’esame”, dal 2016 le vecchie care sterline di carta verranno sostituite in modo graduale. Nel Regno Unito, infatti, ci sono ben 770 milioni di banconote in circolazione e mandarle in pensione tutte insieme non sarebbe poi così facile. Le probabili new entry potrete anche dimenticarvele nei pantaloni sporchi e messi in lavatrice perché non si stropicceranno. L’unica pecca è che, magari, dopo aver lavato i pantaloni, ricordatevi delle vostre “amiche di plastica” perché non resisterebbero al caldo aggressivo del ferro da stiro.

Ma se tutto ciò avesse un seguito, il nuovo sistema potrebbe essere adottato anche dagli Stati Uniti e dall’Europa, quindi dall’Italia. Abbiamo chiesto a Francesco Pagano, direttore di una filiale romana di un noto istituto bancario, quale feedback potrebbe avere la banconota di plastica nei confronti della popolazione. “Sarà alquanto rivoluzionaria anche perchè sarà facilissima da riconoscere per tutta la popolazione perchè al tatto già si sente se è vero o un falso, ha degli olografici che sono ben visibili, mentre per il nostro euro solamente un tecnico o un addetto ai lavori riesce a distinguere se è falsa”.

Tra i vantaggi, appare evidente che la plastica allunga la vita della banconota, oltre a renderla resistente ai liquidi. “Il nostro euro – spiega Francesco Pagano – ha una durata di un anno massimo un anno e mezzo, quelle in plastica possono durare anche dieci o venti anni addirittura. Perché comunque sono lavabili, sopportano il calore e hanno molti vantaggi. Dunque lo Stato risparmia perché non sta sempre a produrre banconota, e per i cittadini, ma anche per gli addetti ai lavori, è più facile per la lotta alla contraffazione”.

Una strategia economica che però, almeno apparentemente, potrebbe risultare costosa. “Sì apparentemente sì, – continua il direttore – ma diciamo che è un investimento da fare inizialmente che poi può produrre i suoi effetti con gli anni. E’ normale che all’inizio dovranno cambiare gli atm dei bancomat a tutti i sistemi di conservazione e le cassette di sicurezza, le casseforti. Però, è un investimento forte che il governo deve fare aiutando banche, aiutando gli addetti ai lavori che porterà vantaggi per i prossimi 50 anni”.

Ma come accoglierebbero gli italiani questo nuovo tipo di denaro?
“L’Italia si spaccherebbe in due perché si tratterebbe di un ennesimo cambiamento, dopo la lira e dopo l’euro anche se si parla solo di un cambiamento formale della banconota. Quindi magari sarebbe un altro trauma per gli italiani, soprattutto per gli anziani. Una nuova carta moneta da riconoscere al tatto e con cui familiarizzare. Però, secondo me, la stragrande maggioranza ne trarrà benefici e capirà da subito che sarà un vantaggio per i prossimi anni”.

Sara Stefanini

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