Caso Sarah Scazzi: zio Michele, oggi in tribunale

Nell’udienza di questa mattina del processo per l’omicidio di Sarah Scazzi è stato sentito Michele Misseri, zio della vittima. Lo ha stabilito la Corte di assise di Taranto. Misseri è accusato di concorso in soppressione di cadavere e altri reati minori.

Il 30 ottobre saranno interrogate le due imputate principali, Cosima Serrano e la figlia Sabrina Misseri, le quali rispondono di omicidio volontario, sequestro di persona e concorso in soppressione di cadavere. «Non mi credono, ma la verità non la sanno neanche loro. Io so solo che due innocenti sono in carcere e io continuerò a lottare per dimostrare che con questa storia non c’entrano niente». Dopo diversi mesi di silenzio e alla vigilia di due udienze molto importanti del processo per l’omicidio di Sarah Scazzi, Michele Misseri, zio della ragazzina di Avetrana, torna a parlare della vicenda difendendo sua moglie Cosima e sua figlia Sabrina, entrambe in carcere perché accusate dell’omicidio.

Sabrina, figlia di Michele Misseri

«Molte tv nazionali private hanno offerto soldi a Sabrina e lei li ha accettati volentieri». L’accusa, circostanziata, è stata lanciata ai microfoni del Tg Norba da Valentino Castriota, che per una quindicina di giorni dopo la scomparsa di Sarah Scazzi ha svolto il ruolo di ‘portavoce’ della famiglia della 15enne di Avetrana. Castriota contesta le ultime dichiarazioni di Valentina Misseri, sorella di Sabrina, che ha accusato i giornalisti di non aver mai aiutato sua sorella, ma di averla rovinata: «Ma se era lei che dalla mattina alla sera cercava i giornalisti… », ha dichiarato Castriota a Telenorba. «Io le organizzavo il palinsesto giornaliero, dalla mattina alla sera si organizzavano le interviste. E quando mi sono permesso di andare a far firmare una liberatoria a casa della famiglia Misseri, la signora Cosima mi attaccò duramente, perché la figlia non avrebbe firmato alcuna liberatoria a titolo gratuito». «Sia un settimanale nazionale che molte tv nazionali private le hanno offerto soldi e Sabrina li ha accettati volentieri», conclude Castriota, che ha vissuto a stretto contatto con le famiglie Scazzi e Misseri ed oggi afferma: «Ho capito che lei c’entrava qualcosa in questa storia e che c’entrava qualcosa la famiglia». L’avvocato licenziato dal contadino, accusato di aver soppresso il cadavere della niporte, chiede il conto.

Il giudice di Taranto mette villetta e campi sotto sequestro Michele Misseri condannato a pagare al suo ex avvocato, Daniele Galoppa, una parcella da 50mila euro. Lo ha stabilito il giudice onorario del Tribunale civile di Taranto che ha accolto la richiesta di sequestro conservativo dei beni del contadino di Avetrana, imputato nel processo per la morte della nipote con l’accusa di soppressione di cadavere. Per l’assassinio della 15enne sono in carcere la moglie Cosima Serrano e la figlia Sabrina. Il legale, dopo aver avuto in mano la difesa come avvocato d’ufficio, venne confermato da Misseri e in seguito accusato dal suo stesso cliente di averlo costretto a tirare in ballo la figlia. Un caso nel caso, che avrà i suoi risvolti penali. Nel frattempo, l’avvocato diventato volto noto della tv chiede il conto: 50mila euro, richiesta giudicata equa dal giudice onorario, avvocato Lucia Santoro, che ha disposto il sequestro preventivo dei beni dell’uomo, viste ‘le note vicende giudiziarie’ che rendono fondato il timore di Galoppa di perdere la parcella. Oltre alla villa di Avetrana che secondo l’accusa sarebbe teatro del delitto, Misseri possiede insieme alla moglie un altro appartamento e diversi terreni.

Diego Cimara

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