Caso Schettino: colpi di scena al processo
Dà colpa al timoniere che non ha capito il comando

Non sono mancati i colpi di scena nella prima udienza del processo, atta ad esaminare l’incidente probatorio. Fra questi, va sottolineata la richiesta da parte dell’avvocato difensore di Schettino, Bruno Leporatti, il quale ha chiesto al gip di Montesarchio di allargare l’incidente probatorio anche all’indonesiano che il 13 gennaio si trovava al timone della Concordia. Quest’ultimo, da quanto si apprende dalla scatola nera, avrebbe travisato il comando di Schettino nel virare a sinistra anziché a destra. Richiesta formalmente rigettata in quanto l’ordine del comandante Schettino venne dato quando ormai la nave era già sullo scoglio. Il gip si è comunque detto favorevole ad ascoltare il timoniere indonesiano qualora dovesse venire a galla una responsabilità diretta da parte di tale soggetto.

«Sulla Costa Concordia si sono verificati una serie incredibili di errori di cui solo alcuni riconducibili alla condotta del comandante Schettino, per il resto riteniamo che stiano emergendo sempre più colpe e responsabilità della società armatrice che ha avuto quanto meno un atteggiamento superficiale nella selezione dell’equipaggio e ha dimostrato una forte sottovalutazione dell’emergenza durante la gestione della fase più critica». Sebastiano Venneri, responsabile mare di Legambiente, commenta così l’esito della perizia degli esperti nominati dalla procura di Grosseto sul naufragio della Costa Concordia. La mancanza di un’adeguata selezione del personale a bordo della nave «é il motivo per cui quest’estate abbiamo assegnato a Costa Crociere la bandiera nera dei nuovi pirati del mare», spiega Venneri.

E continua: «Basti pensare ad esempio che, come si evince dalla perizia, gli ordini da parte del capitano al timoniere indonesiano nella fase di avvicinamento al Giglio non sono stati immediatamente capiti, sebbene pronunciati in inglese su una nave che pure avrebbe richiesto l’italiano come lingua di lavoro». «E’ bene approfondire queste responsabilità e fare tesoro di questo disastro – conclude Venneri – perché si proceda a una stretta dei controlli sull’effettiva formazione e qualificazione degli equipaggi a bordo delle grandi navi».

«Le circostanze e non la volontà hanno reso efficace quell’unico ordine». In pratica, per i periti si è trattato solo di fortuna. «L’aver messo tutta la barra a dritta – rilevano infatti i periti, coordinati dall’ammiraglio Giuseppe Cavodragone – avrebbe anche potuto comportare che la nave dirigesse verso il largo (alti fondali), con probabili conseguenze peggiori di quanto poi si è verificato nella realtà». E poi, riferisce il quotidiano La Stampa che riporta stralci della perizia di mille pagine depositata ieri mattina in tribunale, gli esperti rincarano la dose sottolineando come «affermare di aver messo la barra a dritta per andare su bassi fondali basandosi su elementi sconosciuti è un errore».

I periti non hanno dubbi nemmeno sulle cause della sciagura: «Una manovra estremamente azzardata. La nave è stata portata a navigare su una rotta troppo vicina alla costa, ad elevata velocità e, per di più, in ore notturne». E se il comandante Schettino ha sbagliato gli ordini di manovra, ancora peggio ha fatto con la gestione dell’emergenza: l’allarme venne dato “48 minuti e 19 secondi” dopo l’impatto, e l’ordine di abbandonare la nave arrivò dopo altri 20 minuti e 44 secondi. Oltretutto, durante l’evacuazione, «oltre a essere stata del tutto disattesa la disposizione prevista dal Ruolo d’appello, a fronte di un sintetico ordine di imbarco sulle lance di salvataggio, si è verificata la quasi completa omissione dell’intera sequenza di messaggi prevista». Nulla da dire, invece, da parte dei periti, sulla manutenzione della Costa Concordia: «Si ha ragione di ritenere che il programma di manutenzione sia stato rispettato” e “non sono stati riscontrati malfunzionamenti delle porte stagne». La nave è affondata perché l’urto contro gli scogli ha provocato “una falla eccessiva”. Per farla breve: da parte dei periti, nel documento, per il comandante Schettino arriva una condanna senza appello.

Diego Cimara

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