L’imbecillità della guerra si trascina dietro tutto quello che trova. E per colmo d’idiozia animale, riesce anche a essere un condensato di vita pulsante fatta di paura e adrenalina che una volta vissuta si rimpiange anche se non si vorrebbe mai aver vissuto.
E’ la storia vera di un ragazzo come tanti quella scritta dalla drammaturga Laura Forti e portata in scena dal’attore Giampiero Judica, al suo debutto romano venerdì 19 aprile al Teatro Biblioteca Quarticciolo, per la regia di Pietro Bontempo.
Nema problema è un urlo contro la guerra a cui l’autrice dà vita in un testo duro e spietato sul conflitto tra serbi e croati del 1992. Una requisitoria cruda e violenta sulla guerra in Jugoslavia, un monologo magmatico e bellico, dal ritmo narrativo incalzante, che penetra la coscienza e inchioda all’ascolto. L’attore Giampiero Judica, un concentrato di bravura, pathos, sudore e fatica, racconta, anni dopo, quella fase della vita di un ragazzo a soli 23 anni, quando era “un baùscia” , che sognava di essere come il grande fotografo Robert Capa ed invece, per un caso della vita, si trovò a combattere per la Croazia.
Un fiume di parole in compenetrazione totale con il corpo vibrante di spasmi, lo straniamento folle di chi ha l’orrore negli occhi e nelle vene, Nema problema è una verità implacabile sulla stupidità umana che genera le guerre. Il racconto è scandito e interrotto, a volte frenato, dal denso sospiro di un sax, che ispira i ricordi, intrisi di sangue e ingiustizia, di sogni e solitudine, di atroci disillusioni e ferocità umana.