Curiosi di conoscere veramente il Belgio?
Il diario di viaggio di Martina Sanzi #2 Ostenda

Second stop: Ostenda
Next stop: Gent

Ostenda andata e ritorno senza voltarsi indietro. La seconda tappa del nostro mini-tour approda sulla costa del Belgio, dove la brezza del mare del nord si confonde col rumore ovattato di numerosi gabbiani, che trovano le spiagge oceaniche luoghi favolosi in cui mettere casa. Visitare il Belgio in bicicletta, come ho descritto nel primo articolo, è molto comodo e immediato.

Attenzione: durante la lettura di questo articolo si consiglia l’ascolto di Kurr, bellissimo album delle Amiina. Ascolta Rugla

La fase numero uno è anche la più sognante: studiare il percorso che più stuzzica la vostra fantasia è una cosa che mette energia, quasi come un secondo viaggio. Vi sconsiglio però di affidarvi a ciò che suggeriscono gli ottimisti abitanti del luogo, poiché qualsiasi sarà il luogo che avete scelto, ci vorrà sempre più tempo del previsto (è molto facile credere di attraversare il Belgio in un solo giorno armati di coraggio e spirito di sacrificio!). Dopo tante indecisioni, io e il mio fedele compagno di viaggio abbiamo deciso che la prima tappa del nostro viaggio a due ruote sarebbe stato il freddo e sconfinato mar del nord.

Farci un tuffo in patria quest’estate non ci era sembrato allentante quanto questa gita nell’ignoto e verde Belgio. Così, pieni di aspettative per il viaggio eravamo pronti a spararci i primi 40 km a/r. ‘Zaino leggero’ si era detto, o meglio, così mi sono ripetuta fino a che non ci ho infilato due macchinette fotografiche, tra cui una polaroid scarsamente funzionante, una felpa viste le temperature del periodo, una crema solare che contraddice in pieno il parametro citato precedentemente e due bottiglie d’acqua. Il primo consiglio è quello di scrivere su un foglietto che terrete ovviamente a portata di mano (e non nella tasca più remota del vostro pantalone in modo da fare strane torsioni che potrebbero arrecarvi dolore per poter ritrovare le indicazioni) i famosi numeretti sul cartello verde: non sono altro che numeri che dovrete seguire, indicati ampiamente sulle mappe di ogni Bike Rental delle cittadine belghe. Seguite scrupolosamente il percorso e arriverete ovunque.

Il viaggio lungo il canale è comodissimo e molto panoramico. I primi 20 km volano. Potete ammirare il mare d’erba con contorno di mucche e cavalli che sono quasi a bordo strada, oppure decidere perdervi in filosofiche chiacchiere col vostro compagno di turno, come ho fatto io. Potete stare in silenzio a riflettere su voi stessi o strillare a squarciagola poiché nessuno si preoccuperà di ciò che farete per placare lo stress. Un divertente esempio della famosa calma tipicamente nordica è avvenuto sulla via per Bredene, complice un ponte levatoio sul canale (ce ne sono a migliaia in belgio!). Il ponte si solleva lentamente per far passare le decine di imbarcazioni e finchè non si è certi che la sfilata sia finita lasciano tutti noi spettatori – atipici turisti, gente del posto, lavoratori in auto – ad attendere insieme che il suono della campanella ci dia il permesso di passare il ponte. Dopo questa piccola sosta si attraversa una campagna gialla, piena di spighe di grano e girasoli dove vedrete silenziosi villaggi fuori dai confini della realtà di cui non ricorderete nemmeno il nome ma solo la sensazione.

Arrivando a Bredene, piccolissimo paesino composto da una sere di villette a schiera stile american way of life, si percorre un’insidiosa salita verso Ostenda, antica città portuale sulla costa nord. Le indicazioni per il ‘centrum’ sono molto frequenti quindi perdervi sarà impossibile, data l’estrema gentilezza della gente del posto, per questo non perdetevi d’animo. Seguite la brezza marina e sarete sul punto più a nord della città dove vedrete una distesa di sabbia enorme, tipica delle spiagge oceaniche, sulla quale potrete catapultarvi come abbiamo fatto noi.

Agganciate perciò la bicicletta al palo, e tuffatevi nelle gelide acque del nord. Magari in una giornata meno ventosa della nostra ma fatelo. Girovagate per la cittadina e fatevi una bella passeggiata lungo il molo, ammirando i piccoli fari lungo le scogliere, gustando una bevanda fresca o assaporando, se siete coraggiosi, un po’ di pesce essiccato (non è uno scherzo) nei bar del lungo mare. La cittadina non offre grandi cose a livello monumentale ma ha comunque una sua particolare e suggestiva storia: con una semplice guida si visita in pochissime ore. Dopo aver fatto tesoro di ciò che avete visto potete decidere di restare o di rimettervi in sella tornando nella fredda e fabiesca Bruges, a studiare un nuovo percorso all’interno di un pub a lume di candela. Alla fine della giornata avevamo percorso 70 km in un giorno solo senza essere consapevoli di poterlo fare, per un totale di quasi sei ore di viaggio. Se non siete tenaci esploratori e forti amanti dello spirito di adattamento allora affittatevi un auto ma perdereste tutto il meglio dell’avventura.

N.B. Non mostrate apertamente panini con maionese sulla spiaggia poiché dei severissimi gabbiani capteranno l’odore e vi soffieranno dalle mani il pranzo in un batter d’ali.

Next stop, Gent.

Non mancate.

Martina Sanzi

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