Curiosi di conoscere veramente il Belgio?
Il diario di viaggio di Martina Sanzi #4 Knokke Heist

Last stop in Belgium: pronti per un avventura a Knokke Heist?

Avete presente l’ultimo giorno di un viaggio? Quando si è ancora super euforici per le cose che viste, saturi per le informazioni accumulate e le fotografie sono ancora fresche nella nostra mente. Beh, in quel giorno dovremmo forse godersi il meglio del posto in cui ci troviamo ma la malinconia per il rientro alla trafficata città, dove ci aspettano mille impegni, per lo più noiosi compromessi per continuare la nostra vita non ci permette di essere sereni.

Non c’è cosa più sbagliata che lasciarsi andare alla disperazione post rientro. Quel che dovremmo fare invece è dare tutto il meglio di noi stessi e non sprecare l’ultima data di vacanza per crogiolarsi in stupidi pensieri, ci sarà tempo per farlo. Per questo motivo, il mio ultimo giorno in Belgio, precisamente a Bruges, che doveva essere trascorso girovagando per tranquilli mercatini alla ricerca degli ultimi souvenir che non fossero strani tipi di birra o portachiavi a forma di Belfort, l’ho dedicato all’ennesima folle avventura. Il mio biglietto aperto mi suggeriva che potevo ancora effettuare un viaggio in qualsiasi località volessi. Perciò, spulciando tra i volantini che affollavano il mio appartamento, tra una chiacchiera e un dolce, ho deciso che visitare il nord della costa, rimirare per l’ultima volta quell’oceano freddo e spazioso che tanto era parso agli occhi miei e del mio compagno di viaggio così meraviglioso e sconfinato, fosse un ottimo modo per concludere questa ultima tappa nel paese fiammingo.

Perciò, come se fosse la cosa più naturale del mondo, siamo saltati sul primo treno per Knokke-Heist e in una manciata di minuti ci siamo proiettati in un mondo molto diverso da quello con cui eravamo entrati in contatto con i nostri super viaggi in bicicletta: palazzi alti, città ultra marittime, con larghissime e assolate strade. Sulla cartina, oltre la consigliata visita nel giardino delle farfalle, dove si possono osservare tantissime specie di questi coloratissimi insetti, una cosa ha catturato la mia attenzione, stuzzicando la mia fantasia. Così, all’improvviso seguendo le indicazioni di una cartina, ci siamo tolti le scarpe sul lungo mare, ci siamo messi un berretto che ci coprisse dal sole e abbiamo cominciato a camminare sulla sabbia rovente in direzione di una lontanissima costa, apparentemente molto vicina, distante circa una decina di Km (attenzione alle distanze in Belgio!). Questa insenatura, questa oasi alla quale cercavamo di arrivare è meglio conosciuta sotto il nome di Olanda. Già, avete capito. Siamo arrivati a piedi al confine, solo per il gusto di farlo. Abbiamo salvato diverse meduse spiaggiate, osservato un’infinità di specie di alghe marine, riso, scherzato e assaporato un gustosissimo gelato prima di tornare alla stazione.

L’ultima sera abbiamo conservato le forze per osservare la nebbiosa e fresca Bruges, incantevole set cinematografico, che ci ha ospitato per l’intera settimana, abbiamo guardato con gioia tutti coloro si aggiravano incuriositi per le vie strette della cittadina, abbiamo salutato le biciclette, i cigni, la birra, i dolci, l’aria fresca  e senza alcun inquinamento acustico e ci siamo detti: ci vediamo presto. L’importante non è dove si va, o per quante volte si visita un posto. Viaggiare è un po’ come trovare un’altra parte di noi stessi nel mondo. Viaggiare è poter dire che abbiamo trasformato un posto sconosciuto  in una nuova casa.

Martina Sanzi

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