Dalla Grecia arriva la Cassandra di Christa Wolf
Al teatro dell’Orologio dal 12 al 24 marzo

Foto_Cassandra_Teatro Orologio_dal 12 al 24 MarzoSentivo Cassandra come una figura molto significativa per il nostro tempo. Durante un viaggio in Grecia ho visto Micene, ho vissuto con tutti i sensi il paesaggio che era stato quello di Cassandra. Mi ha interessato cogliere il punto cruciale, alla nascita della nostra cultura, in cui è cominciata quell’alienazione che adesso ci porta vicino all’autodistruzione. Mi ha interessato il momento in cui, con l’avvento della società patriarcale e gerarchica, l’espressione letteraria femminile sparisce per millenni.

Christa Wolf

Oltre l’oblio e la razionalità, oltre la vita e la morte c’è Cassandra. Una Cassandra interpretata dall’attrice Valentina Martino Ghiglia che anima sentimenti e sensazioni tipici riesumati da una Grecia antica, ma quanto mai attuali. A poco più di un anno dalla scomparsa della scrittrice Christa Wolf, la regista Adriana Martino, torna a proporre uno dei suoi testi più intensi.

Lo spettacolo è in scena nella sala Gassman del Teatro dell’Orologio di Roma, in via Dei Filippini 17 a, da martedì 12 a domenica 24 marzo 2013. Il monologo, tradotto da Anita Raja, si svolge nell’arco di un tramonto nel cielo di Micene e svela gli ultimi pensieri di Cassandra, sacerdotessa di Apollo. La scenografia è inesistente, il palco è abitato dalla sola attrice che con il suo melodramma riesce a riempire l’intera area. Una scelta minimal e essenzialista che rappresenta il messaggio di fondo dell’autrice.

In attesa di morire per mano di Clitennestra ed Egisto, Cassandra ripensa alla decadenza e alla rovina della sua città. Ricorda la traversata dell’Egeo in tempesta, l’arrivo a Troia delle Amazzoni, gli orribili delitti di Achille, la rottura con il padre Priamo accecato dalla guerra, l’amore con Enea. In lei si sviluppa una forte coscienza morale, una tenace ribellione agli inganni, ai vizi dell’orgoglio, ai pretesti che consentono di commettere soprusi, alle false ragioni di stato per giustificare l’oppressione e la guerra.

Il testo è stato scritto nel 1983, al culmine delle tensioni tra la Germania dell’Est e quella dell’Ovest. Christa Wolf recupera lo sguardo e la voce della sacerdotessa troiana per parlare della liberazione femminile e del bisogno di pace. Il presente emerge in modo preponderante e Cassandra diviene uno scritto contro la guerra, il sangue, la devastazione e la morte.

Sara Stefanini

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