Energia: quanto l’Italia dipende dal resto del mondo

L’Italia messa in ginocchio dal gelo. Temperature sotto lo zero sono registrate in ogni dove del Belpaese. C’è bisogno di più gas per riscaldare le case e per le industrie. Ma c’è un piccolo grande problema chiamato dipendenza.

L’Italia non è in grado di soddisfare il fabbisogno per quanto riguarda i gas. Stando ai dati del Ministero dello sviluppo economico, il paese dal quale maggiormente dipende è l’Algeria (37,1%). Subito dopo troviamo la Russia (29,9%), la Libia (12,5%), il Qatar (9,4%), i Paesi Bassi (5,5%) e la Norvegia (4,9%). In poche parole, se questi paesi si mettono d’accordo per tagliarci fuori, siamo spacciati. Anche perché i rigassificatori di Rovigo e Panigaglia coprono un 10% sul totale.

In questi giorni di freddo il consumo di gas oscilla tra i 373 ed i 452 milioni di metri cubi. Il massimo storico di 459 è stato raggiunto due anni fa nel mese di dicembre. Il Ministero ha attivato la fase di emergenza non solo per via del freddo artico ma anche per il calo di forniture dalla Russia (-18%). Il paese ex-sovietico ed in particolare la Gazprom, la società controllata dal Cremlino, ha dirottato il gas verso i paesi del Nord. Ucraina, Bulgaria e Slovacchia hanno dovuto affrontare un gelo con minimi che non si registravano da un secolo, -20° C.

Come può un intero paese stare alle quasi totali dipendenze di altre nazioni in fatto di materie prime? Considerando, inoltre, che l’Italia si trova nel continente occidentalizzato e non nel Terzo Mondo. Queste sarebbero, ad ogni modo, le conseguenze di scelte politiche energetiche non prettamente corrette tra cui l’aver privilegiato il gas come combustibile principale. Ma io mi chiedo: possibile che non esistano altre risorse o altri modi per acquisire risorse? Non capisco perché non si investa o si investa poco in fatto di energie rinnovabili e nuovi studi. Almeno bisognerebbe realizzare nuovi progetti di rigassificatori. In questo modo, l’Italia potrà rifornirsi del gas “spot”, venduto a prezzi più bassi invece di quello che arriva tramite le pipeline ossia dei tubi che attraversano tutta l’Europa per arrivare in Medio Oriente. Quest’ultimo è il sistema al momento utilizzato per l’acquisizione di metano. Va tenuto in considerazione, però, il problema geopolitico ed il rapporto instabile che si può avere con i vari paesi attraversati dalle pipeline che arrivano in Italia.

Un sistema di approvvigionamento meno rigido e più concorrenziale potrebbe portare il nostro paese persino in una posizione favorevole rispetto al continente. La sua posizione geografica le permetterebbe di fare da ponte tra i paesi produttori ed i mercati europei. Tale ruolo è invidiosamente ambito dalla Spagna che potrebbe diventare il crocevia europeo. Tutto ciò, dovrebbe avere a monte una politica di livellamento con le normative europee e perseguire lo sviluppo di strategie comuni tenendo in considerazione progetti di stabilità e sicurezza per gli approvvigionamenti di gas.

La situazione di oggi:

Sara Stefanini

Lascia un commento