Falsi incidenti stradali a Brindisi e Caserta
Più di 300mila euro di liquidi illeciti

L’Italia è un paese fondato sulla truffa. Oltre 80 falsi incidenti stradali, con diagnosi e certificati medici scritti senza nemmeno una visita e quasi 300mila euro di rimborsi versati dalle assicurazioni raggirate. È la truffa scoperta a Brindisi dalla finanza che ha arrestato 17 persone (7 in carcere e 10 ai domiciliari)tra cui un ortopedico e due avvocati. Molte di più, oltre 220, le persone indagate perché coinvolte a vario titolo nella truffa. Una vera e propria organizzazione insomma.
L’operazione è stata denominata “Poncio”. I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal gip Valerio Fracassi su richiesta del procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi. Il medico arrestato è il fasanese Franco Zizzi, gli avvocati sono i brindisini Silvia Bellino, di 38 anni e Gianluca Scuteri, 42 anni ed un praticante avvocato di Fasano. In concorso con gli altri, sono accusati di truffa aggravata e continuata ai danni di varie compagnie di assicurazione, mentre – solo loro – rispondono anche di corruzione, falsità ideologica e peculato.

L’inchiesta, durata un anno, ha scoperchiato quattro diversi gruppi che operavano l’uno all’insaputa dell’altro (a due dei quali è stato contestato anche il reato associativo) e che organizzavano falsi incidenti stradali. L’organizzazione si avvaleva di un nutrito numero di persone, spesso parenti e anche minorenni che, dietro piccolo compenso, fingevano di essere passeggeri di automobili coinvolte nei falsi incidenti. Gli investigatori hanno quantificato in 300.000 euro la somma illecitamente liquidata a favore degli indagati e hanno sottoposto a sequestro preventivo 220.000 euro trovati in casa del medico.
Secondo l’accusa, quest’ultimo, senza mai visitare i soggetti coinvolti negli incidenti emetteva falsi certificati, prescrivendo diagnosi ed assegnando giorni di malattia per consentire ai truffatori di massimizzare il risarcimento. Per ogni pratica riceveva 150 euro. L’indagine, scaturita dalla denuncia di 16 compagnie assicurative che segnalavano incidenti “sospetti”, si è avvalsa di intercettazioni telefoniche ed ambientali e dell’acquisizione di documenti, per lo più falsi certificati medici trovati a casa di alcuni degli indagati.

A Caserta, invece, le indagini dei carabinieri avrebbero consentito di acquisire elementi probatori a carico degli indagati ai quali vengono contestati a vario titolo l’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe speculative (aggravata dal metodo mafioso solo per 4 persone), estorsione, falsa testimonianza, falso in scritture pubbliche e private, corruzione in atti giudiziari. I carabinieri casertani avrebbero accertato ben 76 truffe. Nell’inchiesta sono rimasti coinvolti non solo i 4 avvocati e il medico ma anche i titolari di alcune agenzie di pratiche auto, faccendieri la cui complicità ha consentito al sodalizio di acquisire notevoli incassi illegali. Tra gli indagati compare “Giosuè Fioretto quale autore di una condotta estorsiva perpetrata con chiare modalità di intimidazione camorristica”. Fioretto è il convivente di Emiliana Carrino, sorella di Anna, attualmente collaboratrice di giustizia ed ex compagna di Francesco Bidognetti, uno dei capi storici del clan dei casalesi da oltre 10 anni detenuto in regime di 41bis.

Nel cercare ora di rimettere la barra al centro, sarà importante avere chiare alcune semplici coordinate. Cambiare i vertici della pubblica amministrazione, eliminare le indennità forfettarie con soldi pubblici e avanti tutta con leggi come quella contro la corruzione, ma avanti anche con il disegno di legge, già depositato in Senato, per l’istituzione di un’Agenzia delle uscite con poteri analoghi a quelli dell’Agenzia delle entrate, a cominciare dalla natura esecutiva delle contestazioni.
Senza queste coordinate, non andremo lontano. Avremo magari una nuova classe politica, ma essa sarà ostaggio di burocrati selezionati dalla precedente, con la quale evidentemente hanno saputo trovare affinità tali da fare carriera e prosperare. Avremo formali rimborsi, ma sostanziali remunerazioni aggiuntive che continueranno a stravolgere il giusto principio del “non e’ possibile che solo i ricchi possano fare politica” nel devastante risultato che con la politica si può diventare più ricchi (o meno poveri) di quanto lo si fosse prima.
Sempre che non ci si fermi ancora prima e, passata la buriana, si lasci tutto come sta e si torni a martellare esclusivamente sull’evasione fiscale, ossia sull’unico aspetto che sta veramente a cuore di chi, vivendo sulle istituzioni, prima ancora che credendo in esse, maschera da senso civico il tutt’altro che civile desiderio di avere i soldi perché tutto continui così come lo stiamo ammirando in questi giorni.

Diego Cimara

Lascia un commento