I protagonisti del weekend sportivo:
Vettel, Borriello e Quagliarella

Dal passato rispunta Vettel che vince il Gran Premio di Malesia e si candida come vice Alonso per la conquista del titolo mondiale piloti. Ritornano anche Borriello e Quagliarella che con i loro gol hanno distrutto gli equilibri del campionato. Gilbert, invece, vince i Mondiali di ciclismo in una bella volata dove inglesi e spagnoli la facevano da padrone anche contro il team italiano con Nibali senza gregario. Se ne vanno invece la Montepaschi di Siena che perde la supercoppa con Cantù dando la sensazione che nel prossimo campionato di basket non ci sarà solo il suo predominio. Infine, il presidente Cellino è un altro che se ne va, in quanto non si è mai visto un presidente che fa perdere la propria squadra.

Il nuovo avversario di Alonso, Sebastian Vettel. Una volta c’è Hamilton, un’altra Vettel, ancor prima c’erano stati Button e Webber: la fortuna di Fernando Alonso sta proprio nella varietà dei suoi avversari. I loto avversari hanno un grandissimo pregio, quello di andare a corrente alternata e arrivare al traguardo solo uno per volta. In questo modo l’asturiano si può godere la leadership del mondiale, avvicinandosi sempre più al titolo. Secondo ora è Vettel distanziato da 29 punti. Dovrebbe un po’ tremare Alonso perchè Vettel ha dimostrato che la Red Bull c’è, a prescindere da una macchina che non sempre è efficace come a Singapore.

Lo scatto d’oro di Gilbert. Philippe Gilbert! Era l’attaccante  più atteso e chi risponde alle aspettative in una grande corsa può essere definito un campione. In questo caso un fuoriclasse. Valkenburg, per la prima volta città-Mondiale, si conferma stregata per gli azzurri che di nuovo hanno perso la partita nel momento decisivo. Gilbert ha avuto buon gioco a fargli completare l’acuto per ripartire con una progressione irresistibile. Ora Gilbert può essere tranquillamente considerato come il più grande ciclista vallone di sempre.

Sorpresa Cantù. La squadra di Milano riesce a sconfiggere nella supercoppa italiana l’impero Montepaschi. L’egemonia di un impero che durava da 13 trofei consecutivi vinti. Gli altri può essere anche che batteranno Siena, ma Cantù è stata la prima.

A volte ritornano: Borriello e Quagliarella. E la Juve restò sola. A giustiziare la Lazio è stato Marco Borriello, un passato molto prossimo proprio nel finale. Due occasino ha l’attacante genoano: una la sbaglia e l’altra non si fa pregare e ha l’occasione di tornare al gol in casa gialloblu dopo molto tempo. Fino a mercoledì scorso Quagliarella sembrava un giocatore in crisi: una definizione magari eccessiva, ma legata a filo doppio alle scelte di Antonio Conte. Poi è arrivata la svolta: l’ingresso a Stamford Bridge, il gol, la traversa, la maglia da titolare contro il Chievo, la doppietta, la sensazione che la sua stagione sia cambiata radicalmente.

Cellino loco. A parte nei film tipici come “L’allenatore nel pallone”, non si è mai visto che un presidente di una squadra di calcio facesse perdere il proprio team. Mossa azzardata quella di far venire allo stadio i tifosi mettendosi contro il prefetto che aveva fatto dichiarare inagibile Is Arenas di Quartu.

Marco Stiletti

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