Il Papa in elicottero diretto a Castel Gandolfo
Ora è un “pellegrino” e ringrazia i fedeli per l’affetto

Aereo diretto a Castel Gandolfo con Papa RatzingerIl trasferimento solenne. Cielo limpido, campane che suonano e romani con il naso all’insù. Così ci ha lasciato Papa Benedetto XVI alle cinque del pomeriggio del 28 febbraio. In elicottero: direzione Castel Gandolfo.

E lascia tutti così, con l’amaro in bocca e con un buco nel cuore, proprio lui che aveva sostituito l’insostituibile Giovanni Paolo II, proprio lui che della denuncia degli aspetti negazivi della Chiesa ne ha sempre fatto una sua battaglia personale. E se ne va spaccando un tramonto rosso porpora in un cielo bianco, candido e senza nuvole.

Poi, dopo le campane, il silenzio. Ma non un semplice silenzio. Un silenzio biblico, quasi a voler rispettare la scelta di Joseph Ratzinger, ormai tornato nella veste di cardinale. E stringe il cuore mettersi nei panni di un Papa che stanco e affaticato non ce la fa, un po’ contento del sollievo, un po’ rammaricato per la dura scelta intrapresa.

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E adesso, nella residenza estiva papale, a castel Gandolfo, rimarrà per qualche tempo per poi tornare in Vaticano, e più precisamente nei giardini vaticani dove Benedetto XVI ci mancheraisi chiudevano in preghiera le suore di clausura. E lì, modesto e umile, il cardinale Joseph si creerà un suo piccolo spazio dove poter trascorrere i suoi giorni in studio e preghiera. Una cosa è certa, ai fedeli, alla curia romana ma anche ai non credenti, mancherà.

Ma tutti i fedeli l’hanno seguito fino a Castel Gandolfo per essere presenti all’ultimo saluto da Papa. Un discorso breve e commovente, dove l'”Emerito” ha detto che ora è “semplicemente un pellegrino che percorre l’ultima tappa su questa terra”. Ringrazia tutti per la vicinanza e ha comunicato che “vuole lavorare per il bene comune e della Chiesa e del mondo”. Una vicinanza quella delle persone che ha commosso il Papa. Tutta Roma si è fermata in quegli attimi in cui l’elicottero ha preso il volo. Tutti erano fuori dalle case o affacciati alle finestre per dare l’ultimo saluto.

Sara Stefanini

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