Il reportage. Marocco, terra dai mille colori
#2, Piazza Jermaa-el-Fna e la Medina

Piazza Jermaa-el-Fna

Rileggi il capitolo #1

La riad. Una casa accogliente dove sostare e rilassarsi. È arrivata la sera, ma non c’è tempo per disfare le valigie. Marrakech va vissuta dalla mattina alla notte. Anzi, soprattutto di notte. Fumo di brace, bancarelle, mercanti, danzatrici, gruppi di cantanti e musicisti, mendicanti, tatuatrici e motociclette, tante motociclette. Questa è piazza Jermaa-el-Fna. Al calar del sole, cangia, si mette l’abito da sera. Tra gli odori c’è la carne alla brace e il profumo delle mura rosse della città battute dal sole. GUARDA LA GALLERY

Alla vista, appare come uno spettacolo sempre diverso ogni giorno. Culture e religioni diverse unite da un unico intento, quello di divertirsi e stare insieme. È sempre stato così, sin dall’antichità. Anche se il nome della piazza non è quello che si direbbe lo specchio della felicità. Significa, infatti, “raduno dei morti”, perché un tempo era il luogo delle esecuzioni pubbliche. Confinante a nord con i suk, i mercati tipici che si intrecciano e si intersecano facendo perdere il senso dell’orientamento, e a est con la Qasba, è il maggiore luogo di incontro nella città. È ora di cena e proprio nella piazza, entro nel ristorante Chez Chegrouni, con tanto di balconata. Mi siedo e assaporo un ottimo Tajine, piatto tipico composto da carne di pollo e verdure lesse, e mi godo il panorama. Da lassù, Jermaa-el-Fna ha tutto un altro aspetto, assolutamente da non perdere.

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Minareto moschea Koutoubia

Minareto moschea Koutoubia

La piazza è il cuore pulsante della Medina, e insieme a lei è patrimonio mondiale dell’umanità. Fondata alla fine degli anni mille, la Medina ossia il centro della città fortificata, venne distrutta per poi essere ricostruita nel 1569 dal sultano Yacoub El Mansour, al quale si deve anche la costruzione dell’imponente minareto della moschea Koutoubia, chiusa a chi non è di religione musulmana. Il perimetro della Medina è pittorescamente delineato dalla muraglia di mattoni rossi, alta otto metri e lunga quasi 19 km. Una vista a dir poco spettacolare durante il tramonto, quando il sole riflette sulle mura si crea un’atmosfera particolare.

Marocco, terra di storia intensa, fatta di lotte e indipendenze, di sultani e di dinastie. Quella che sicuramente ha lasciato più il segno è stata la famiglia dei Sa’aditi che guidarono la guerra santa contro i portoghesi e dei quali sono rimaste le particolari tombe saadiane che nel prossimo capitolo andremo a visitare. Nel frattempo, mi lascio cullare dalla notte araba, in una stanza che tutto sa tranne che di occidentale. Chiudo gli occhi, l’indomani sveglia presto per ascoltare la voce del muezzin che riecheggia suggestiva per la città.

Non perdere il prossimo capitolo di Marocco, terra dai mille colori: #3, Cosa vedere a Marrakech

Sara Stefanini

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