Istanbul, un attentato a Palazzo Topkapi

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Siamo ad Istanbul. In una tranquilla e tipica giornata di novembre. I turisti, come ogni mese dell’anno, popolano la città e le sue mete turistiche. All’improvviso, degli spari. È attentato. Al palazzo Topkapi, il più antico palazzo del Sultano, un estremista islamico, munito di fucile a pompa, sale sul tetto e pronuncia testuali parole: “Allah akbar!”, tradotto ‘Dio è grande!’. Seguono spari a raffica sulla folla di turisti nel grande cortile assolato.


2 sono i morti e 3 i feriti tra cui un militare di guardia del palazzo e un agente di sicurezza. Ma le forze dell’ordine isolano subito la zona. L’estremista, di origine libica, gioca a nascondino e si è rifugiato in una stanza del palazzo. Dopo circa un’ora la polizia lo trova e lo uccide.
Ora la domanda è, come ha fatto a entrare considerando che all’ingresso, dopo aver pagato il biglietto, tutti i turisti devono giustamente sottostare alla trafila di perquisizioni con tanto di passaggio attraverso i metal detector? Si è arrampicato, forse? Eppure ci sono le guardie anche fuori che controllano. A detta delle autorità, l’uomo sarebbe arrivato a Palazzo grazie a un’automobile siriana.
Ad ogni modo, l’attentato è avvenuto subito dopo l’annuncio da parte del governo turco di applicare misure forti contro il regime autoritario della Siria, vicina della Turchia.

Sara Stefanini

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