Istruzione: si rischia la chiusura delle scuole
Profumo agli studenti: «Non siete choosy, ma coraggiosi»

Mentre le scuole sono sul piede di guerra con scioperi bianchi dei docenti contro il ventilato aumento delle ore a parità di stipendio e manifestazioni, il ministro dell’Istruzione Profumo cerca di gettare acqua sul  fuoco della categoria, che si sente sempre più bistrattata.

I presidenti di Perugia e Arezzo, Marco Vinicio Guasticchi e Roberto Vasai sottolineano che con questi vincoli si potrebbe «arrivare alla chiusura delle scuole di cui non sarà consentito, per motivi di bilancio, garantire la necessaria funzionalità o la indispensabile sicurezza. Lo stesso discorso vale per le strade». Il toscano rimarca: «Dai 1.200.000 euro dello scorso anno siamo passati ai 216.000 di quest’anno. Con questa cifra sarà pressoché impossibile fare la manutenzione delle nostre 75 scuole e dei loro 161.000 mq». Dissensi da Bergamo e Sondrio, « Bergamo, come le altre 11 province lombarde, non fa più parte dell’Upi – spiega il presidente orobico Ettore Pirovano – Protesteremo contro i tagli alle province virtuose ma continueremo a garantire i servizi essenziali ai cittadini».

CHOOSY – Il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, non è d’accordo con la definizione di “choosy” data dalla sua collega di governo Elsa Fornero sui giovani italiani. “Pensa anche lei che siamo choosy?” gli ha chiesto lo studente del liceo Cavour “assolutamente no” ha detto il ministro. “Quindi non è d’accordo con la sua collega?” ha rincarato il ragazzo, “Credo non si debba essere sempre d’accordo” ha risposto di rimando il ministro. “Anzi – ha aggiunto – se vi confronto con la mia generazione quando avevamo la vostra età, voi siete molto più bravi perché vivete in una realtà molto più complessa, con molte meno sicurezze. Io vi sono molto vicino: bisogna rispettarvi e aiutarvi – ha concluso Profumo rivolgendosi alla platea – e trovare il modo anche insieme per identificare una strada”.

GAS, LUCE E ACQUA – L’associazione dei consumatori Aduc ha respinto la provocazione delle Province invitandole causticamente a chiudere gli uffici: tagliare il riscaldamento nelle scuole e allungarne i periodi di vacanza non sono decisioni che «spettano alle Province, e quindi sarebbero in violazione di una lunga serie di disposizioni normative anche di natura penale. Consigliamo vivamente a Saitta di farlo solo dopo aver tagliato il riscaldamento in tutti gli uffici di tutte le Province italiane. E magari, già che c’è, tagli pure acqua e luce».
A stretto giro di posta è arrivata la replica di Delrio: «Molti comuni, soprattutto al nord, hanno provveduto a far tarare il riscaldamento al livello minimo. Le minacce di Saitta, sono già una realtà». «La proprietà delle scuole dell’infanzia, materne e primarie è dei comuni e quella delle scuole medie e superiori è delle province. Certamente incontrerò volentieri il presidente Saitta nei prossimi giorni». Il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, risponde così in merito alle polemiche sulla spending review sollevate dal neo presidente dell’Upi Antonio Saitta, che nei giorni scorsi ha ipotizzato di spegnere il riscaldamento nelle scuole perché le province sono senza soldi.

ASSEMBLEA PERMANENTE – L’assemblea dell’Upi da giovedì resta convocata in maniera permanente finché non saranno risolti tutti i nodi. Saitta ha inoltre chiesto un incontro urgente con il suo omologo all’Anci (Comuni), Graziano Delrio, e al Presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani «perché bisogna rinsaldare l’unità d’azione» delle autonomie territoriali.

DISCUSSIONE SULLE ORE – «Non faremo l’intervento durante la legge di stabilità sull’incremento di ore, però si è aperta una discussione». Cosi il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, a Torino, a margine di un convegno sul futuro del liceo classico. «Si è aperta una discussione su questo tema – ha aggiunto – e insieme alle componenti della scuola, le parti sociali e i partiti avvieremo un ragionamento di come dovrebbe essere la figura dell’insegnante del futuro».
L’insegnante, ha concluso il ministro, «avrà un ruolo importante nelle relazioni dirette con gli studenti, quindi nelle ore frontali, ma dovrà essere un insegnante, che avrà una presenza diversa all’interno della scuola. Questo è quello che ci chiedono gli studenti e cosa ci chiede una scuola più moderna».

SICUREZZA – Sulla sicurezza nelle scuole «in questi mesi abbiamo fatto un buon lavoro. E’ chiaro che è un tema che si porta dietro una storia e che ha bisogno di una programmazione pluriennale perché siano identificate le priorità e su queste si facciano i primi interventi», afferma il ministro Profumo. «In questi mesi – ha sottolineato Profumo – abbiamo iniziato il processo sull’anagrafe dell’edilizia scolastica: stiamo adesso valutando quali sono gli interventi e le priorità. Nel frattempo in questi mesi – ha ricordato – è stato investito circa un miliardo. E proprio nelle ultime settimane sono stati sbloccati i 116 milioni di euro deliberati dal precedente governo». «Credo quindi – ha concluso il ministro – che la sicurezza nelle scuole sia la priorità perché i nostri ragazzi devono andare in luoghi sicuri».

Diego Cimara

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