La Scarzuola, dove la fantasia diventa tufo

NON HAI VOGLIA DI LEGGERE? LO LEGGO IO AL POSTO TUO! CLICCA QUI: La Scarzuola, dove la fantasia diventa tufo

“Un volo di fantasia pietrificata”, così la definisce il suo creatore ed architetto Tomaso Buzzi. Un viaggio mistico nel cuore dell’Umbria dove l’Io si confonde con la natura


Un luogo immerso nel verde e nel mistero. A Montegiove, nel comune di Montegabbione, sorge la Scarzuola, protetta dal verde e nascosta dalle colline e dagli occhi indiscreti. Chiamata anche Buzzinda, la costruzione architettonica surreale è stata pensata dal famoso artista del ‘900, Tomaso Buzzi. Un’opera difficile da definire, un compendio d’arte dei giardini, un trattato di architettura fantastica nonché un percorso di iniziazione verso la conoscenza della propria anima.

 

La “cittadella” nasce vicino ad un preesistente convento francescano. Voci leggendarie dicono che nel Duecento, San Francesco d’Assisi dormì su quel suolo e costruì una capanna con una pianta palustre, la scarsa. Da qui, il nome Scarzuola. Nel 1946, stanco della solita routine, Buzzi acquistò il terreno per creare la sua “autobiografia in pietra”. Visitarla, conoscerla è come intraprendere un viaggio dal quale si torna diversi, incantati affascinati o scettici e perplessi ma mai delusi o indifferenti. A rendere tutto più suggestivo è Marco Solari, impeccabile guida e successore della costruzione di Buzzi, suo zio. Dopo la sua morte nel 1981 lascia, infatti, un’opera incompiuta e sarà proprio il pronipote Marco Solari a continuare, utilizzando i progetti dello zio.

È stata realizzata volutamente in tufo, roccia friabile e porosa con l’intento di ottenere il fascino del non-finito. Questo dona all’opera la quarta dimensione, il tempo. Buzzi è stato evidentemente fedele sostenitore del ruinismo, una corrente artistica secondo la quale le opere venivano lasciate in balia del tempo, diventando delle rovine plasmate dalla natura. Si tratta, quindi, di un’opera in continuo divenire e non si potrà mai definire compiuta. Composta da sette teatri e sette rappresentazioni sceniche, è sommersa da segni simbologie di varia natura, tra cui la sezione aurea. Sette sono anche i monumenti rappresentati: Colosseo, Partenone, Pantheon, Arco di Trionfo, Piramide, Torre Campanaria e Tempio di Vesta. Sfrutta i quattro elementi e animali mitologici come Pegaso. Il “patio dell’infinito” termina con una frase: “Amor vincit omnia”, l’amore vince su tutto. È un messaggio breve ma profondo volto a stimolare l’Io di ciascuno. Tomaso Buzzi ha creato un non-luogo, fuori dal caos metropolitano e dallo stress quotidiano. Nella città ideale sembra quasi che il tempo non passi mai. Per informazioni dettagliate e per saperne di più: www.lascarzuola.com. Le visite si effettuano su prenotazione, chiamando il numero 0763/837463.

Sara Stefanini

Lascia un commento