“La tredicesima notte” di Imogen Kusch

La-tredicesima-notte-41Lo spettatore non si faccia fuorviare, non siamo di fronte all’ennesimo adattamento shakespeariano, casomai “La Tredicesima Notte” è una lettura della realtà attuale, legata al Bardo, ma passata attraverso il filtro di Beckett, Ionesco, e persino Brecht.
Otto fuggitivi, “otto rifugiati” come dice una scritta fin troppo chiara, che sovrasta un palcoscenico ingombro di pezzi d’albero rinsecchiti, di oggetti dispersi e persi. Gli otto rifugiati arrivano con i loro piccoli e poveri bagagli e ingombrano la scena. Sono spaventati, ma pieni di speranza, di voglia di scoprire e di vivere, di amare e di sognare. Si osservano, si annusano, si toccano con gli occhi e con i pensieri.
Si conoscono? Forse. Provano a riconoscersi, questo, si!
Da dove fuggono? Guerra? Disastro ecologico? Attentato? Tragedia personale?
Fuggono e non sanno dove andare, ma forse insieme troveranno un varco, lo sperano loro e ancor di più gli spettatori che li seguono arrancare alle prese con la vita.
La-tredicesima-notte-1331Oltre la tragedia del vivere e del morire, una sola cosa li accomuna: i versi di William Shakespeare. Gli otto infatti diventano “inconsapevolmente” i personaggi di alcune opere del grande drammaturgo inglese.
Sono attori? Forse. Certo è che quella lingua – che si fa “koinè dialektos meta-teatrale” – la conoscono e la parlano magicamente tutti e otto.
In un’ atmosfera di magica e tragica sospensione, si accalorano, si amano, si odiano, si sgambettano e si sostengono.
“La Tredicesima Notte” è uno spettacolo fatto di gesti minimi, di luci bianche ondulanti, di pause riflessive e intense. È un oratorio costituito da nove ballate: otto degli attori e la nona della regista, Imogen Kusch, che coordina il tutto, creando una atmosfera che emoziona e non lascia indifferenti.
Gli attori, tutti davvero bravi, sono: Raffaella d’Avella (Re Lear), Paolo De Giorgio (Iago), Maria Borgese (Gonerill), Marta Iacopini (Riccardo III), Silvia Mazzotta (Ermione), Giorgio Santangelo (Macbeth), Francesca Olivi (Rosalinda), Beniamino Zannoni (Amleto). Musiche di Sergio Ferrari/Andrea Mieli/Valentina Criscimanni. Produzione: Klesidra.
Una volta tanto corpo, parola, luce e suono si rincorrono, senza mai sovrapporsi in un’esplosione di emozioni.
Lo spettacolo è andato in scena al TEATRO SALA UNO di Roma dal 17 al 20 Dicembre ma nei prossimi mesi verrà riproposto in altre città. Controllare il sito www.klesidra.org.

Ignazio Gori

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