“Le ombre della dea” di Emanuele Velluti

copertina le ombre della Dea«Le bianche chiome ferme nel tempo, aleggiano nel presente, portando chi fumo chi fuoco. Nella pace la fine di tutto, nella guerra la salvezza dell’umanità»

Un’avventura che lascia col fiato sospeso fino all’ultimo dove una lotta tra dei deciderà il destino dell’intera umanità. Ma tutto comincia con Ankh, uno strano ragazzo che spesso perde la memoria e che rischia di diventare pericoloso. ASCOLTA IL KALEIDOAUDIO

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Un giovane dai capelli bianchi che col tempo si scopre avere dei poteri divini. Non solo è stato capace di resuscitare il suo protettore, il Capitano Arthur Whitemore, ma è anche stato in grado di guarire le ferite letali del cacciatore di taglie Akayn Blackmore. Ma rimaneva comunque strano, isolato ed in un mondo tutto suo.

L’autore Emanuele Velluti ha creato un vero e proprio mondo, con un’autentica mappa, dando libero sfogo alla sua fantasia e facendo uscire fuori il fanciullino pascoliano che è in sé. Fa immergere il lettore nel suo viaggio fantastico, nella sua avventura fatta di cacciatori e di Ombre, di dei e di pirati, di bene e di male.

Arthur Whitemore, capitano delle guardie di Rapace, stimato dal re e da tutto il paese, incontra nella sua vita un ragazzo albino senza memoria. Hugò, il vecchio pescatore che l’ha trovato decide di chiamarlo Ankh e di affidarlo al Capitano. Da lì è cominciata la sua condanna e nello stesso tempo la sua avventura. Infatti, per Whitemore, Ankh era la sua croce, la sua rovina e la sua missione. In poco tempo, dopo aver promesso che si sarebbe preso cura di lui, Arthur perde la sua carica di Capitano dell’esercito reale, uccide il suo re e diventa ricercato in tutto il regno. Nonostante gli avesse rovinato la vita, però, nutriva per quel ragazzo un affetto viscerale e al tempo stesso profondo rispetto. Finirono per salvarsi la vita a vicenda.

Nel libro si assaporano passo passo del flashback di Arthur, il vero guerriero, il vero protagonista, dove Ankh in realtà è solo un pretesto, un fil rouge che conduce il lettore lungo la fitta trama del libro. Lui, Whitemore era un bambino cresciuto nell’odio, senza un briciolo di affetto e sulle orme del massacro.

Un sentimento, quello della paura, che guida il lettore pagina dopo pagina, per arrivare ad un non-finale dove si assiste ad una lotta tra dei. Battaglia che comincia sulla terra e continua nei cieli oscuri sopra le teste degli umani. Urbhei dio della pace, traghettatore delle anime e creatore delle Ombre con l’intento di sostituire la razza umana, contro Artham, il dio della guerra desideroso che tutto restasse immutato nei secoli.  Una lotta tra titani dove gli umani non seppero spiegarsi se a difenderli era il male o il bene. Nessuno sapeva cosa fosse realmente successo lassù e se veramente fosse tutto finito.

« Il destino è solo una parola per riassumere il risultato delle scelte che prendiamo nella vita. Tuttavia, più informazioni si hanno, più è facile fare la scelta giusta»

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