L’ex direttore di Al Jazeera: «Dobbiamo accantonare il vecchio modello giornalistico e inventarne un altro»

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Internet e la tecnologia stanno cambiando, lo si voglia o no, l’impostazione standard che aveva il giornalismo. Wadah Khanfar, ex direttore di Al Jazeera, tiene un panel al Festival del Giornalismo a Perugia e ritiene che la trasformazione cambierà il modo di gestire le redazioni, le notizie e l’agenda setting stessa. «Dobbiamo ripartire da zero con nuove iniziative con un’organizzazione più orizzontale», puntualizza Khanfar, bisogna quindi reinventarsi e rimettere in discussione quel modello che finora era sempre stato un must. Il modello piramidale cesserà di esistere per lasciare spazio al modello orizzontale, più democratico, creativo e decentrato. Auspica un futuro senza monopolio politico che, invece, è stato protagonista nei decenni passati.

«Be close to the people», stare vicino alla gente comune. Solo in questo modo i media possono evolversi. E continua così: «Il vero giornalismo investigativo è quando i giornalisti stanno in mezzo alla gente. Il cattivo giornalismo morirà perché sarà costoso. I giornalisti somiglieranno più a un analista che a un watchdog». Il controllo dei nostri dati, il data mining, aumenterà sempre più, dato che enormi database personalizzeranno gli streaming mediali: il cosiddetto narrow casting, la personalizzazione in base a come percepiamo le notizie.

Wadah Khanfar crede così tanto nel progresso e nel futuro che ha dovuto dimettersi dalla grande emittente araba con sede nel Qatar, dove non è possibile far entrare una ventata di cambiamento. Certo, in modo molto obiettivo, afferma che bisogna rivedere anche il sistema economico perché è ovvio che siti come Cnn, Bbc o altri non possono essere fruiti gratuitamente e l’introito finanziario non può provenire solo dalla pubblicità. Quindi, i media devono mettersi a tavolino e partorire un sistema economico-finanziario ottimale per la fruizione sul web.

In ultima analisi, non manca un commento alla situazione nella quale si trova il suo paese ed il mondo arabo. Per lui la primavera araba va sommata all’inverno arabo ed il risultato è il risveglio arabo. Si dice contento di ciò e dice agli europei che ci vuole tempo affinché la trasformazione completa avvenga, ma si sta andando verso la direzione giusta. D’altronde, anche dopo le rivoluzioni avvenute in Europa, ci sono voluti decenni affinché il cambiamento si consolidasse.

Sara Stefanini

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