Luis Enrique saluta Roma: una sconfitta per il nostro calcio

Luis Enrique e la Roma si si salutano.

Oggi pomeriggio (ore 18) a Cesena va in scena l’ultimo atto di un sodalizio durato appena un anno. I giallorossi restano fuori da tutte le competizioni europee (salvo stravolgimenti estivi di classifica legati al calcio scommesse). E ciò che brulica nella mente dei tifosi quest’anno, è allora soltanto un pò di calcio spettacolare a tratti visto in campo. Per il resto tanta amarezza. Due derby persi, un preliminare di Europa League gettato al vento la scorsa estate, e tante occasioni perse per rimanere agganciati al treno delle posizioni che contano. Pazienza. Da stupirsi del resto non c’è poi molto. L’Italia non è terra  facile per le novità. Figuriamoci per i progetti.

«Me ne vado perchè sono molto stanco, ho dato il 100% in questa stagione e non mi basterà l’estate per recuperare le forze». Luis Enrique esce provato da questa esperienza capitolina. Tira i remi in barca, andando via comunque a testa alta. Tutto gli si può rimproverare, tranne la mancanza di personalità. Ha dato una fisionomia alla sua squadra, un’idea di gioco. Gli interpreti non erano quelli giusti. Ecco perchè, forse, un’altra occasione l’avrebbe pur meritata dopo la prossima sessione di mercato. Roma, però, è una piazza calda. Si sa. Non c’è tempo per aspettare. Tutto si muove alla velocità dei neutrini, che se non è più veloce di quella della luce lascia comunque poco spazio alle improvvisazioni. Luis Enrique bocciato. Bocciato, però, anche il nostro calcio. La nostra mentalità provinciale. Dove conta più il risultato che il gioco. Dove, il gioco non è visto come un mezzo per arrivare al risultato. Colpa dell’ansia da prestazione tipicamente italiana, presente in questo sport. Se poi dovesse essere davvero Vincenzo Montella a tornare sulla panchina della Roma, allora qualche interrogativo i dirigenti giallorossi, Baldini in primis, dovranno pur ravvisarlo. Recitando un mea culpa che difficilmente li assolverà dopo una stagione comunque fallimentare.

Gianluca Natoli

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