“Racconti hunderground” di Luigi Pio Carmina

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«Ultimamente non ero io a vivere la città, ma la città a vivere me e quindi ho deciso di fuggire».

È un diario personale del tutto bizzarro quello scritto dal protagonista e autore Luigi Pio Carmina. Scandito, come un diario di tutto rispetto, dal passare dei giorni, Luigi racconta la vita in una stazione ferroviaria nel sud d’Italia.

Il protagonista nonché l’autore, studente universitario in Scienze Biologiche, in un 26 marzo qualsiasi, cambia vita. Lascia la convenzionale quotidianità di un ragazzo di 23 anni e si avventura in un capitolo assolutamente nuovo e inaspettato da parenti e amici. Lascia cellulare, computer e si porta dietro solo un vecchio lettore cd ed un sacco a pelo dove dormire.

Un libro che va oltre le barriere, oltre i pregiudizi e cerca di analizzare la moralità degli uomini. I passanti si confidano con lui e Luigi raccoglie esperienze di vita. «Non mi devo fidare né delle apparenze né della conoscenza che ho di una persona dovuta al tempo, cioè sapere alla fine ponderare opinioni a pelle con quelle acquisite. Persone che riconoscendole dagli occhi avevo notato già prima alla stazione prendere il treno, stavano cominciando a perdere i loro iniziali pregiudizi» scrive l’autore. Nel diario, inoltre, è racchiuso un altro libro, quello che il protagonista scrive durante il soggiorno in stazione. Quindi, si ha un intreccio di più storie.

Non mancano certo le critiche verso le forze dell’ordine ed il governo, come non mancano manifestazioni, litigi e disgrazie. C’è di tutto, tutto quello che è racchiuso nella società. E poi c’è un numero. Il 39 lo perseguita in ogni vicenda della sua vita in un sacco a pelo. “Racconti hunderground” è la prima pubblicazione del palermitano Luigi Pio Carmina, il quale, non è solo scrittore ma anche un accanito lettore. Il libro è dedicato a tutti coloro che amano leggere spaccati di vita sociale e psicologica. I racconti di Luigi sono un vero e proprio vaso di Pandora dove dentro ci sono vizi e virtù della società contemporanea.

Sara Stefanini

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