Rubrica del calcio del lunedì
La serie A vista da Marco Stiletti

Il ritorno delle sette sorelle.  A distanza di quindici anni la classifica di serie A ci regala un nostalgico ritorno. Sette sorelle, così Juve, Inter, Milan, Roma, Lazio, Parma e Fiorentina venivano nominate. Oggi però qualcosa è cambiato perchè le sette sorelle si sono indebolite a causa della crisi economica e poi il posto del Parma è stato rimpiazzato dal Napoli.  La prima di queste sette sorelle è la Juve che vince sabato il derby di Torino grazie alla sua cantera, ben rappresentata da Giovinco e Marchisio. Un derby che rappresentava un ostacolo per Conte e i suoi. La paura di farsi rimontare dalle inseguitrici e le opache prestazioni delle ultime uscite hanno fatto riflettere i bianconeri che hanno ricominciato a mettere il turbo e a tornare a vincere.

La sensazione è che la Juve abbia anche paura del Napoli. Al momento i partenopei sembrano la vera rivale della Vecchia Signora, in quanto l’Inter fatica troppo contro squadre di medio-basso livello; la Fiorentina è bellina a vedersi, ma per vincere il campionato ci vuole altro. Cavani non ce l’ha nessuno, l’Inler di ieri sembrava il duplicato turco-svizzero di Pirlo, Hamsik si candida a miglior incursore della Serie A e se Insigne è la riserva di Pandev, il grasso cola dalle parti del Vesuvio. Il 5-1 coi pescaresi va preso per quello che è, un ottimo allenamento, anche se la partita è stata più equilibrata di quel che lascerebbe supporre la cruda lettura del risultato. La classifica resta immutata, i punti di distacco dalla Juve capolista rimangono due, ma il calendario dice che domenica il Napoli dovrà vedersela a San Siro con l’Inter. Un passaggio cruciale.

La maledizione via, i problemi no. Sembrava l’inizio di un sorprendente sorpasso e invece è stato l’inizio di un’ancora più sorprendente retromarcia. Da quel meritato 3-1 che un mese fa aveva interrotto l’imbattibilità della Juventus, l’Inter è sparita, inghiottita da un vortice di elogi. In trasferta dove prima aveva sempre vinto, ha perso contro l’Atalanta e il Parma. In casa ha segnato gli ultimi due gol soltanto su autorete, per pareggiare contro il Cagliari e battere il Palermo ieri. E’ vero che anche la Juventus prima di stravincere il derby, non aveva fatto meglio nelle precedenti quattro gare, ma con il vantaggio di poter rallentare dall’alto del suo primo posto e con l’alibi forte dell’impegno in Champions. La colpa non può essere degli arbitri e dell’assenza di Cassano, perchè con il fantasista in campo sono arrivate le prime sconfitte contro Roma, Siena e Atalanta. Bisogna andare al di là dei singoli, perchè prima ci deve essere l’equilibrio della squadra, al quale va aggiunto il rendimento di tutti. Quando c’era Snejider, il tridente offensivo alla distanza si è confermato un lusso pericoloso, che ha spezzato l’Inter in due tronconi in mancanza di un vero regista. Poi si mette anche la cocciutaggine tattica di Stramaccioni che appare troppo vincolato al tridente formato oltre da Cassano o Coutinho, Palacio anche da Milito che anche ieri è stato costretto, malgrado gli acciacchi, a giocare.

2-2 consecutivi. Senza i suoi bomber questa Fiorentina non può fare di più di quello che già sta facendo. Anche questa domenica non si va oltre il 2-2. Un ennesimo pareggio che fa scivolare i viola al quarto posto in classifica, stavolta in compagnia della Lazio. E poteva andar peggio. A salvare la baracca è stato Stefan Savic, il difensore arrivato quasi in regalo dal Manchester City nell’ambito dell’operazione Nastasic. Con la doppeita del montenegrino sono 14 i giocatori andati a segno nella squadra di Montella in assenza di un centravanti da 20 gol.

Roma e Lazio per l’Europa o..? Rispettivamente a -6 e a -9 dalla capolista, Roma e Lazio sono costrette a pensare prima alla qualificazione a una delle due coppe europee e non allo scudetto. Forse la Lazio rispetto alla Roma, avendo tre punti in più, può sperare ancora nello scudetto visto che il girone di andata ancora deve finire e c’è tutto il ritorno per rimontare. Per la Lazio l’obiettivo della seconda vittoria consecutiva all’Olimpico è stato centrato. Nell’arco di cinque giorni si è vista una Lazio tanto brillante e convincente martedì scorso contro l’Udinese, quanto pratica, spietata e poco spettacolare col Parma. La Roma, invece, grande non lo è ancora, ma sembra aver riacquistato la tecnica che le mancava. La tecnica, appunto, a Siena quando ha preso il sopravvento non c’è stata più partita. Arretrando Pjanic con la conseguente voglia liberata di Destro ne risulta una serie di tre gol (doppietta Destro e ritorno al gol di Perrotta) micidiale per la squadra di Cosmi.

La risalita rossonera. La timidezza sta cedendo il passo alla programmazione. E il piacere di osservare un calendario che strizza l’occhio a confortanti proiezioni di classifica è un esercizio mentale pericoloso, ma anche molto stimolante. Perchè adesso che il Milan si è arrampicato al settimo posto è lecito guardare a dicembre come il mese della vera svolta. Del consolidamento e della caccia alle lepri europee. Riconsiderare i propri obiettivi non è un’utopia, e questa è già una notizia per come aveva iniziato la stagione il diavolo rossonero.

Marco Stiletti

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