Rubrica del calcio del lunedì
La serie A vista da Marco Stiletti

Juve sempre più sola. E’ vero che l’Inter è a -4, il Napoli a -5 e la Lazio a -8, cifre raggiungibili ancora, ma la Juventus sembra scappare dopo la vittoria di Palermo. Nel capoluogo siciliano c’è il ritorno di Conte con un successo molto più netto di quanto dica l’1-0, firmato da Liechtensteiner. Il sempre più bravo laterale svizzero, che contro il Parma aveva segnato il primo gol in campionato dei bianconeri, con Carrera in panchina, concede il bis per incominciare nel modo migliore una nuova stagione della Juventus, finalmente con il tecnico titolare. Con un altro precedente bene augurante perchè un anno fa, grazie ai tre punti presi a Palermo, la Juventus scavalcò il Milan, battuto in casa dalla Fiorentina, volando verso lo scudetto. Allora, però, mancavano soltanto 7 partite al traguardo, mentre stavolta non siamo nemmeno a metà strada. Anche se alla fine, con il ritorno di Conte, spunta un nuovo interrogativo: e se l’anti-Juve fosse proprio la Juve?

Si fa di nuovo sotto l’Inter. Grande con le grandi, l’Inter bastona anche il Napoli e fa un favore alla Juventus, che allunga da -2 a -4 sulla seconda. E quindi di nuovo la squadra di Stramaccioni è seconda, come alla vigilia dello scontro diretto di un mese fa. In balia degli episodi che spalancano l’autostrada del successo ai nerazzurri, pronti a sfruttare un angolo di Cassano con l’incursione di Guarin e spietati a raddoppiare con Milito, il verdetto premia l’Inter senza ridimensionare il Napoli, sempre in partita fino all’ultimo secondo. I nerazzurri fanno bene a crederci e non perchè hanno già battuto la Juve sul suo campo. Se la squadra si dimostrerà grande non soltanto con le grandi, tutto è possibile anche per la maturità dimostrata da Stramaccioni, bravo a ridisegnare tatticamente e tecnicamente l’Inter. La prima mossa vincente è l’abbandono del tridente, con l’iniziale sacrificio di Palacio subentrato a Cassano soltanto dopo un’ora, che aiuta a compattare la squadra, liberando la capacità di inserimento di Guarin, già decisivo con il suo ingresso contro la Juve. La seconda mossa, più sorprendente della prima, è l’arretramento di Cambiasso al centro della difesa al posto dello squalificato Samuel, con la rinuncia al deludente Silvestre.

Le frenate di Napoli, Lazio e Fiorentina. Il verdetto di Napoli-Inter premia i nerazzurri senza ridimensionare il Napoli, sempre in partita fino all’ultimo secondo. Accusato di esser troppo rinunciatario, quando perse l’imbattibilità sul campo della Juventus, stavolta Mazzarri se la gioca a testa altissima, aggiungendo un attaccante, Goran Pandev, al posto di un difensore, Gamberini, all’inizio della ripresa, nel vano tentativo di rimontare i due gol di svantaggio. Purtroppo con le grandi non è cosa ancora. Anche la Fiorentina deve aspettare ancora. Senza un grande ariete o alfiere in avanti che giustifichi le assenze importanti come quella di Jovetic, la squadra di Montella non può fare sempre i miracoli. Dalla gara contro il Torino che i viola non riescono a centrare la vittoria. Il derby di Siena la prossima settimana farà ripartire Montella e la sua squadra? La Lazio, invece, poteva aggiungere alla sua collezione di vittorie consecutive anche quella di Bologna e invece è uscita dal Dallara con un pari. Solitaria per un punto al quarto posto ora le aspetta la partita con l’Inter e poi qualcuna abbordabile per riprendere subito la corsa con i tre punti.

Le rincorse rossonere e romane. Vanno a braccetto quest’anno Roma e Milan. Prima le delusioni e ora rivelazioni della stagione. La Roma, grazie a un ritrovato Francesco Totti che è tornato al gol sabato contro la Fiorentina, lancia la lupa nei piani alti della classifica. I giallorossi ora sono quinti a pari punti proprio con la Fiorentina. La squadra di Zeman ora è più convinta, più continua e sembra essersi affiatata in modo giusto e regolare. La mossa di avanzare Pjanic formando un tridente con Totti e Destro finora sta dando i suoi frutti. Se poi cominciano a segnare anche i difensori come Castan allora vuol dire che finalmente la Roma è un gruppo. Un gruppo lo è anche il Milan che a capo ha un confessore niente male in Silvio Berlusconi. Da quando re Silvio confessa i giocatori alla vigilia, il Diavolo ha accumulato dieci punti in quattro partite e il pareggio lo ha ottenuto in rimonta sul terreno minato del Napoli. Allegri ora fa bene a fissare l’approdo a febbraio nella parte nobile della graduatoria. Il tecnico rossonero però ha perso definitivamente De Jong e ora giocherà Ambrosini che non stava andando molto bene ieri a Torino. La risalita, insomma, di queste due compagini continua spedita verso l’alto. Chissà chi li stroncherà?

Accade quasi un anno fa. Era fine febbraio del 2012 e il Catania vinse 1 a 0 a Siena con un rigore del solito Lodi. A distanza di 10 mesi gli etnei rivincono fuori casa sempre a Siena con un risultato diverso. Dopo aver battuto un apatico Siena, il Catania respira aria di festa. Sfatato l’ultimo tabù, e la storiella di un gruppo terribile in casa, ma incapace di lasciare il segno fuori, adesso cambiano pure le prospettive del domani. Ribaltare lo svantaggio del primo tempo, con una ripresa giocata sempre all’attacco, è prova di grande organizzazione tattica, fame di risultati e solidità fisica.

Crisi Genoa. Allenatore e giocatori con le bocche chiuse e all’arrivo a Genova scortati dalla polizia direttamente dalla pista dell’aereoporto, mentre i sei-sette tifosi presenti gridavano la propria delusione e ottenevano un colloquio con Rossi. Preziosi riflette sulla sua scelta, magari confermerà ancora la fiducia a Del Neri sino al match col Torino. Ma il patron, a parte la soluzione interna Liverani, che allena al momento gli allievi, potrebbe anche valutare l’ipotesi di richiamare De Canio, che appena qualche giorno fa chiedeva la risoluzione consensuale del contratto. Certo, Del Neri ha raccolto solo 3 punti in 8 incontri e per lui suona come una pesante condanna il confronto con De Canio, esonerato dopo aver conquistato 8 punti in altrettante gare. Come dire che il Genoa è passato da una media di un punto a partita a quella di 0,37 con Del Neri.

Marco Stiletti

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