Rubrica del calcio del lunedì
La serie A vista da Marco Stiletti

La padrona assoluta. Il primato della Juventus si sta trasformando in una dittatura. La superiorità della capolista è sempre più evidente mentre l’opposizione si conferma ancora una volta evanescente: chi insegue fa puntualmente flop. Dimenticati i Maya, è questa la nuova maledizione.

Ci è cascato il Napoli, ha appena toppato l’Inter fermata in casa dal Genoa, ora dopo la sosta sarà la Lazio a proporsi come antagonista. Ma intanto la forbice tra Juve e anti-Juve- che per la verità va ancora individuata con certezza- si allarga. Dal più due sul Napoli un mese fa, attraverso il più 4 e più 7 sull’Inter, ecco il buon Natale bianconero con 8 punti di vantaggio sulla Lazio, la più vicina, o meglio la meno lontana, delle inseguitrici. Resta inoltre da 26 partite consecutive in testa alla classifica con 94 punti fatti in un anno solare.

Pektorum secondum Lazium. Claudio Lotito, il presidente della Lazio, così avrebbe tradotto in latino il secondo posto della sua squadra. La vera novità, infatti, della giornata è questa, prima di tutto perchè la Lazio non era mai stata seconda da sola, poi perchè tra le sette di testa ha segnato di meno, anche se a colpi di 1-0 ha battuto l’Inter con Klose e la Sampdoria, dell’ex Delio Rossi, con Hernanes. Invece di sognare uno scudetto che manca all’alba del nuovo secolo, alla Lazio conviene però puntare a un più realistico piazzamento per la prossima Champions, l’unica lotteria rimasta. A meno che la Juve non sperperi lo stesso vantaggio che aveva sul Milan nel 2005, quando dovette aspettare l’ultima giornata per festeggiare lo scudetto, poi revocato.

L’Inter stecca. Ogni riferimento a Stramaccioni, elettrico prima e dopo il deludente pareggio casalingo con il Genoa, non è puramente casuale perchè il tecnico nerazzurro, allergico alle critiche, soffre sempre di più come la sua squadra, l’unica che non vince tra le prime sei. Senza lo squalificato Guarin, ma anche senza l’emarginato Snejider, e quindi senza collegamenti di qualità tra centrocampo e attacco, l’Inter si conferma piccola con le piccole, continuando nella sua retromarcia dalla Juve. Dalle 7 vittorie consecutive, culminate con quella di Torino che l’aveva avvicinata a 1 punto dai campioni di Italia, alle successive 7 partite con due successi, due pareggi, tre sconfitte: 8 punti totali e un distacco salito a meno 9, con o senza tridente, ma soprattutto con un preoccupante involuzione tecnica e atletica. Strama, anche e proprio per i tanti ostacoli che si è trovato a dover dribblare, sa di avere comunque le spalle copertissime da Moratti, come e quanto ad un allenatore dell’Inter non capitava da tempo.

Viola vola e riscatto Napoli. Mentre Conte farà gli scongiuri, pensando alla volata per partecipare alla Champions occhio alla Fiorentina, terza, che continua a scalare posizioni, con il progresso record (+14 punti) tra le 20 di A rispetto al campionato scorso. Recuperato Jovetic, mai perso il gioco nemmeno nell’ultima sconfitta contro la Roma, i viola che passeggiano a Palermo sulle rovine della squadra passata inutilmente da Sannino a Gasparini, si confermano la realtà più divertente della stagione, grazie all’eccellente lavoro di Montella, che tra i tanti pregi ha anche quello di mantenere sempre la calma. Il Napoli, invece, fatica nel primo tempo prima di tornare alla vittoria a Siena dopo due sconfitte consecutive, confermandosi un rivale temibile per le tre squadre che lo precedono alle spalle della capolista, sempre più padrona del campionato per meriti propri e anche per demeriti altrui. Con il 4-2-3-1 il Napoli è sicuramente più incisivo e più spettacolare. Questa vittoria è il punto di ripartenza per il Matador e compagni. Certo, in chiave scudetto la Juve sta scappando via ma il secondo posto e le poltrone Champions sono a portata di mano.

Roma famelica. Sul Milan ieri sera si è abbattuta una tempesta perfetta. La Roma ha giocato di prima, a ritmi super e triangolazioni micidiali, come le puntuali sovrapposizioni sulle fasce. Allegri non sa quale falla turare, da quale onda guardarsi; sembrano tutte alte quindici metri. E’ un buco unico, sulla tolda milanista. Quei diavoli giallorossi filano a manetta, i vecchietti di Allegri li guardano da lontano, non riescono nemmeno a rifiatare. La coppia difensiva va in tilt sulle palle alte, i tre centrocampisti sono sempre in affanno, constantemente tagliati fuori da quel ritmo micidiale unito alla precisione dei giocatori di casa. Pure l’arbitro pare che assista estasiato, deve fischiare pochissimo in quei primi 30′ minuti adrenalinici. Per una volta El Shaarawy non è riuscito a salvare la baracca perchè il Milan è andato a sbattere contro una macchina da gol. I quattro gol sono tutti di pregevolissima fattura.

Marco Stiletti

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