Rubrica del calcio del lunedì
La serie A vista da Marco Stiletti

La zebra e il ciuccio. La Juventus non è sola al vertice. La quarta giornata segna la ribalta del Napoli che con Cavani, migior marcatore nell’anno solare con 27 reti, tallona la squadra di Conte. La Juve viene da 45 successi utili di fila. E’ una squadra compatta, ordinata, organizzata, con la conoscenza di tutto lo scibile del calcio moderno. I bianconeri giocano a memoria, si divertono e sono certi che il loro gioco li accompagna e li sorregge. Dall’altra parte c’è il Napoli che si sta superando con un avvio da record, perchè ha già sei punti più di un anno fa, in pratica uno a partita, con una media migliore dei due campionati da scudetto, uguale alla stagione 1987/88, quando anche i campioni d’Italia Maradona e compagni partirono con 5 vittorie e un pareggio. Napoli e Juventus sono una diversa dall’altra grazie al suo contropiede velenoso, che esalta la corsa di Hamsik, e a una produzione offensiva affidata soprattutto a Cavani, capocannoniere con 6 gol, il doppio di Giovinco che ha segnato più di tutti tra i bianconeri. La classifica dice che hanno gli stessi punti, il calendario invece ricorda che il Napoli ha una Champions in meno. Ecco perchè non basta più ripetere che la Juve è favorita.

Voglia di rivalsa. Dopo aver battuto l’emergente Fiorentina e la maledizione di San Siro, la premiata ditta Milito-Cassano ha un altro obiettivo: fare la guastafeste tra Juve e Napoli, le due litiganti per lo scudetto. Tra i 12 punti dell’Inter e della Lazio, tornata alla vittoria proprio contro il Siena che aveva dato l’ultimo dispiacere a Stramaccioni, e i 16 del tandem Juve-Napoli intanto c’è il vuoto. La Lazio di Petkovic precisa, ordinata e cinica gioca un buon calcio contro il Siena. Da regisrare in questa giornata l’esordio da titolare di Ederson, bagnato con un gol d’autore, l’1-0 è realizzato con uno stacco di testa imperioso, cui aggiunge però pochissimo nell’ora in cui rimane in campo.

Bologna e Torino galattici.  Il secondo tempo di Atalanta-Torino ci regala un Toro da Real Madrid. Il Cristiano Ronaldo della situazione è Rolando Bianchi che avvia alla goleada la sua squadra con una doppietta.  Esiste solo il Toro implacabile nelle ripartenze. Ventura nel capoluogo piemontese sta facendo molto bene. Bello da vedere anche il Bologna sempre più taggato Gilardino. Con la doppietta di ieri ha segnato la sua centocinquantunesima rete in serie A. A Bologna è rinato e chissà se l’obiettivo dei felsinei invece della salvezza non sarà qualcosa in più.

Chi sale e chi sprofonda. Salgono certamente di classifica Pescara e Palermo. La ripresa degli abruzzesi coincide con i gol di Weiss. Il talento abruzzese con i suoi gol ha fatto uscire la sua squadra dai bassifondi. Se Weiss è il condottiero abruzzese, quello palermitano è certamente Fabrizio Miccoli. Contro il Chievo il “Romario del Salento” ha fatto qualcosa che gli umani, i giocatori comuni e i bravi ragazzi nemmeno pensano. Un gol con tiro al volo da oltre 40 metri oltre a una tripletta. La catastrofe Roma è stata insufficiente a Torino contro la Juve. Forse qualche giocatore è ancora inesperto, forse la condizione fisica non è ottimale ma ci sono anche giocatori che non possono o non hanno le caratteristiche per giocare un calcio di movimento. Chi sprofonda, invece, è il Cagliari che fa compagnia al penalizzato Siena li giù. L’addio del tecnico Massimo Ficcadenti è solo questione di ore. Il tecnico non è stato mai amato dalla piazza rossoblù e viene sempre contestato prima e dopo gara. Ieri all’Is Arenas non c’era gioco e la squadra si affidava ad Ibarbo solo attraverso volate. Dio scanzi i sardi dalla B!

Marco Stiletti

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