Rubrica del calcio del lunedì
La serie A vista da Marco Stiletti

Uragano Juve. Ti prende e non ti molla. Ti scuote, ti colpisce. E poi ti stende. La Juve è fatta così e ormai è abbastanza chiaro. Fin dall’anno scorso le partite dei bianconeri sembrano incontri di boxe con gli avversari messi all’angolo in fretta, lavorati ai fianchi, impossibilitati a offendere. Alla Juve continua a mancare il top-player, ossia il colpo del ko, che risolve la situazione all’improvviso. La Juve bum bum è un fenomeno da studiare. In sei delle undici partite disputate in questa stagione la squadra di Conte è riuscita a segnare due gol nel giro di pochissimi minuti, indirizzando la partita in modo chiaro. La Juve dei 47 risultati utili consecutivi accelera con sana cattiveria agonistica verso l’avversario, innescando il processo di schiantare la squadra ospite e di chiudere il match.

Chi c’è dietro i bianconeri? Insieme al Napoli, ci sono anche Inter e Lazio, terze in tandem a un punto proprio dai partenopei secondi. La Juve capolista viaggia a + 4, ma la quarta vittoria interista di fila è un messaggio forte al campionato. Il successo di ieri non era scontato, il Catania è squadra di elevato tasso tecnico. In cima alla classifica ha preso forma un gruppetto e l’Inter ne fa parte, col rammarico della sconfitta subita a San Siro un mese fa contro il Siena. Se avesse quei tre punti, l’Inter sarebbe incollata alla Juve e verrebbe candidata d’ufficio allo scudetto. Sabato 3 novembre, allo Juventus Stadium, lo scontro diretto misurerà la Strama-Inter, né saggerà la consistenza. In estate le due società milanesi si sono scambiate Cassano e Pazzini. La partita col Catania ha confermato che l’affare, per il momento, l’ha fatto l’Inter. Quinto gol di Cassano. Reti dislocate in 5 differenti incontri, e una soltanto, quella realizzata contro la Roma, non ha fruttato punti. Pazzini di gol ne ha segnati tre, ma in un colpo solo, a Bologna. Curioso che uno dei migliori periodi della carriera di Cassano coincida con l’esclusione della Nazionale. Cassano è il valore aggiunto dell’Inter. Se si manterrà su questi livelli di creatività e continuità molto sarà possibile, ma con lui ogni previsione è azzardo, si naviga a vista. L’imponente Vlado Petkovic restituendo Hernanes alla sua migliore dimensione ha rilanciato anche l’incompiuto Candreva assieme all’inossidabile Klose. La qualità di questo trio può trascinare la Lazio molto lontana. Questa Lazio è bella da vedere. Anche se con un tasso tecnico inferiore, gli attuali biancoazzurri ricordano la squadra di Sven Gờran Eriksson.

Il Rinascimento romano. Dietro a Juve, Napoli, Inter e Lazio c’è il vuoto. La Roma stacca Fiorentina e Catania e si installa da sola al quinto posto. Vittoria alla Zeman in casa Genoa: da 2-0 per i rossoblù a 4-2 per i giallorossi. Il gito del pallone in 90 minuti. Con De Rossi e Osvaldo, gli epurati di due settimane fa, tra i migliori  della serata. Il calcio di Zeman non contempla mezze misure, è tutto fuorchè grigio.

La caduta del diavolo. I risultati delle gare di ieri hanno scaraventato il Milan al terzultimo posto ed è inevitabile attivare la memoria, risalire a 31 anni fa, stagione 1981-82, quando il Milan- già retrocesso a tavolino nel 1980 per lo scandalo scommesse- scese un’altra volta in serie B per meriti sportivi. In quel Milan giocavano Tassotti e Collovati, Franco Baresi, Aldo Maldera, Evani e Novellino, giocatori che non avrebbero nulla da invidiare ai rossoneri contemporanei. Nel Milan attuale il gioco non decolla, i risultati, che stentano, l’orgoglio ferito della grande squadra. I rossoneri, orfani di Thiago Silva e Ibrahimovic, non hanno le qualità per competere con le prime, ma un posto in Europa è alla portata. Ci sono ancora margini per scongiurare una stagione anonima. Allegri deve ripartire da una dura presa di coscienza, stringere le linee, compattare la difesa e dare fiducia agli elementi più in forma, come El Shaarawy e De Sciglio. Con questi accorgimenti, gli stessi adottati nella gara contro lo Zenit, qualche soddisfazione può ancora essere centrata.

Marco Stiletti

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