Rubrica del calcio del lunedì
La serie A vista da Marco Stiletti

E’ Juve-Inter. Se con la sconfitta della Lazio il campionato prendeva una sua fisionomia la scorsa giornata, adesso è tutto lampante: è l’Inter la sfidante della Juventus. Per la prima volta seconda, dopo aver scavalcato il Napoli sconfitto dall’Atalanta, i nerazzurri ribaltano la Sampdoria, infilano la sesta vittoria consecutiva in campionato, ottava compresa l’Europa League, pronti a giocarsi la prima fetta di scudetto sabato sera a Torino.

La notte delle streghe di Halloween spaventa la squadra di Stramaccioni all’inzio, quando va in svantaggio, e quella di Conte e Alessio alla fne che viene raggiunta dal Bologna e soffre fino al recupero quando lo straordinario Pogba mette al sicuro il preziosissimo successo. Dal 3-2 di San Siro al 2-1 di Torino, la morale è la stessa: dieci giornate di campionato, che non sono poche, promuovono la solita, favoritissima, Juventus e la ritrovata Inter, pronta a ripetere lo stesso ruolo di grande sorpresa recitato un anno fa da Buffon e compagni. Partita dal basso di un sesto posto, appena un gradino sopra il settimo della Juve, con un allenatore giovane e una squadra profondamente rinnovata come quella allora affidata a Conte, l’Inter guarda il calendario e sorride. E’ un vero e proprio assedio dei nerazzurri alla capolista imbattuta, anche se i punti di vantaggio della Juventus sono sempre quattro, non a portata di sorpasso quindi. Ma è chiaro che nessuno potrà fare calcoli, né prima, né durante la grande sfida, con l’unica certezza che soltanto un successo della Juventus strozzerebbe le nuove speranze dell’Inter.

Frenatone di Napoli e Lazio.  E’ stata una brutta botta per la squadra di Mazzarri, a meno 6 dalla Juve, dopo aver perso lo scontro diretto a Torino, perchè non basta la rabbia del secondo tempo per ribaltare l’Atalanta. L’assenza di Cavani pesa come un macigno. L’uruguaiano  è un fuoriclasse che non ha alternative nell’attuale rosa. Pandev, chiamato a sostituirlo, è una prima punta adattata. Non garantisce lo stesso impatto dentro l’area. E il resto del reparto offensivo annovera soprattutto attaccanti esterni. Gente anche di talento, come Hamsik e Insigne, ma che per rendere al meglio avrebbe bisogno di un punto di riferimento davanti agli occhi. Il Napoli fatica a sfondare sulle corsie esterne, in passato il suo territorio di caccia preferito. Stenta Dossena, non convince neppure Maggio. E senza le sue abituali frecce tutta la manovra diventa prevedibile. A frenare, però, è anche la Lazio, rimasta senza le luci di Hernanes e Ledesma e senza neppure quella energia positiva invocata martedì da Petkovic dopo il ko di Firenze. Il pareggio di Mauri viene appunto dall’asse del centrocampista con un altro dello stesso ruolo del baricentro di Petkovic, Antonio Candreva. Cana prova a sostituire Ledesma, ma senza successo. Ora il quarto posto è in coabitazione con la Fiorentina che sembra avere nettamente più birra.

Una Fiorentina europea. “Il nostro obiettivo è quello di tornare in Europa”- afferma Pizarro ai microfoni di Sky Sport al termine della partita con il Genoa. Con questi uomini, con questa difesa, con questo solido centrocampo e con questo attacco pungente, i viola possono raggiungere il loro obiettivo. Con il Genoa, però, si è notato comunque sempre il fatto che i viola lì davanti hanno bisogno di un attaccante che garantisca una certa percentuale di gol in grado di poter competere con le altre grandi. Jovetic, Lajicic e Toni non garantiscono tutto questo, ma comunque sono uomini che potranno far raggiungere l’agognato obiettivo europeo dei toscani.

Mine vacanti. Grazie alle loro vittorie Cagliari e Parma sono arrivate dai bassifondi alla zona Europa. Troppo lontane dallo scudetto e troppo utopiche per sognare l’Europa, ma i sardi e gli emiliani se continuano con questo trend positivo potranno recitare il ruolo di zanzare per le volate finali di ogni tipo.

S.O.S Roma e Milan. Erano una volta belle da vedere Milan e Roma , ora invece si è sono passate dall’incanto alla bruttezza. Per rendere l’idea della cura Zeman, la Roma ha un attacco da scudetto e una difesa da retrocessione con tanti saluti a chi la considerava da scudetto. Pantano a parte, gli errori di Zeman vanno oltre il diluvio universale. Le difficoltà della fase difensiva sono gli stessi errori perpetuati da inizio stagione e che, probabilmente, vivranno la linea Maginot domenica con il Palermo. Domenica l’Olimpico si trasformerà nel Colosseo: o vita o morte per il profeta boemo. Il Milan, invece, ultimamente aveva puntato soprattutto sulla qualità dei singoli e sull’esperienza per rimanere competitivi nascondendo i problemi. Ora i rossoneri hanno perso i loro fuoriclasse e in breve tempo si sono ritrovati nella necessità di cercare risultati solo con un gioco collettivo che poco conoscono. Come ha dimostrato Zeman l’anno scorso a Pescara, la qualità individuale è importante ma non è tutto. Allegri sta lavorando ma gli serve tempo e i calciatori devono mettersi a disposizione per un cambio di rotta radicale.

Marco Stiletti

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