Servitù del globo: gli stagisti!

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Non è un lavoro. Non è un passatempo. Non è né carne, né pesce. È lo stage. Spesso non retribuito, i più fortunati ricevono un buono pasto al giorno o un rimborso spese, pochi fortunatissimi entrambi. Ma stiamo pur sempre parlando di stage, ossia, vero e proprio lavoro senza spesa di qualsivoglia ente.
Ok la gavetta, ok l’esperienza, sono la prima a dirlo perché è bello imparare il mestiere che si intende intraprendere. Ma oramai esiste il “contratto stage”. E chi abbocca? Per forza di cose, i giovani. Perché, con la crisi in corso, non trovando nulla di solido, i non più teenager scelgono lo stage sperando…sperando in cosa? In nulla perché non c’è neanche la speranza certa che, dopo che l’azienda ti ha formato, ti faccia un contratto. Prendono un altro stagista che compirà le stesse mansioni da te svolte. A loro non costa nulla. A te costa tanto però.
Dall’altra parte si potrebbe controbattere: “Beh, noi diamo esperienza e prepariamo lo stagista al mondo del lavoro!” Questo accade, in qualche realtà, ma troppo spesso sento ex stagisti che non hanno fatto altro che correre da un corridoio all’altro per portare documenti importanti, fare fotocopie e portare caffè.
Tempo fa stavo pagando un prodotto alla cassa di una famosa catena di elettronica e l’occhio mi è caduto sul cartellino della commessa. Indovinate? C’era scritto STAGISTA. Ora mi domando: a cosa serve fare la stagista in un negozio? Prima lo stage si limitava ad ambiti professionali quali il giornalismo, l’architettura, la giurisprudenza ecc.. Adesso si trova dappertutto! Mi sembra che gli enti stiano prendendo un po’ troppo per i fondelli i giovani! Chiediamo ai nostri genitori se, per trovare il loro posto fisso hanno fatto così tanta gavetta! E chiediamo loro se esistevano gli stage!
Se siete stagisti, ex stagisti o lo volete diventare date un’occhiata alla CARTA DEI DIRITTI DELLO STAGISTA o al sito LA REPUBBLICA DEGLI STAGISTI. Stanno combattendo duramente per far valere le ragioni degli stagisti.
Vi racconto un aneddoto che è accaduto proprio a me. In un’azienda dove feci la stagista, una persona che vi lavorava, mi ha chiesto: “Ssstagista…Sssara, mi prendi un caffè?”. E come se non bastasse pronunciò questa perla di saggezza spaparacchiato sulla poltrona ergonomica con tanto di piedi sulla scrivania. Ovviamente, i commenti arrivano da soli. E, ovviamente, la mia risposta è stata negativa.
Negli anni il numero degli stage aumenta ma la speranza di un impiego cala al 26,5% contro un 46,4% di 10 anni fa, come scrive Eleonora Voltolina, responsabile de “La repubblica degli stagisti”. 1 su 4 stagisti vince, persino le più richieste sorprese della Kinder hanno maggiori possibilità, 1 su 3.

Sara Stefanini

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