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Repsol si ritira dalla Canarie, Greenpeace: “Altra conferma che strategia fossile è fallimentare”

Playa Barca, Costa Calma, Fuerteventura, Canary Islands, SpainLa Repsol, multinazionale energetica spagnola, ha annunciato che non proseguirà nelle attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi nelle isole Canarie. Muore così un progetto da 7,5 miliardi di dollari, con il quale l’azienda – sostenuta dal governo spagnolo – contava di poter arrivare a una produzione di circa centomila barili di petrolio al giorno. Continua a leggere

Brasile: è arrivata la “ricicletta”, la prima bici che nasce dai rifiuti

Il progetto “Muzzicycles” è di Juan Muzzi, l’inventore uruguaiano, che ha sviluppato un metodo intelligente per produrre biciclette grazie al riutilizzo della plastica. Ha dimostrato di saper creare una bicicletta con poco più di 100 bottiglie in PET. La bici, oltre che ecologica è anche economica, è in vendita a 140 dollari, prezzo che copre solo i costi di produzione.

Inizialmente, nessuno voleva dare credito al progetto, anzi, lo ritenevano non idoneo per un paese come il Brasile, e gli dissero che sarebbe stato meglio se avesse chiesto finanziamenti in Germania o negli Stati Uniti. Alla fine, il Banco Uruguaiano gli dà credito e Muzzi inizia la produzione in serie nella sua fabbrica a São Paulo.

Le ecobici hanno un design minimal, essenziale, senza saldature né vernici. L’intento di Muzzi è quello di venderle a tutti, e vuole raggiungere chi si trova sulla soglia della povertà. Ma i progetti dell’uruguaiano non si fermano qui: ha intenzione di realizzare bici sempre più leggere ed economiche.

Nel suo verde ed ecologico sito, è possibile verificare in tempo reale la quantità effettiva di bottiglie di plastica tolte dalla discarica 15.840.600, e utilizzate per la creazione di 132mila biciclette con i rispettivi 2.738.227 kg di Co2 risparmiati. Ecologico, trasparente, economico. È un serio progetto per migliorare la situazione ambientale del pianeta ed il signor Muzzi ci ha messo la firma per impegnarsi a far sempre di più.

Sara Stefanini

Guarda come nasce una “ricicletta”:

Ikea punta sui pannelli fotovoltaici in Italia e nel mondo

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L’Ikea, nata in Svezia negli anni ’20 da Ingvar Kamprad un venditore di fiammiferi, pensa sempre al pianeta nel quale vive. Per la tutela dell’ambiente, rende nota l’istallazione graduale di pannelli fotovoltaici nei punti vendita di tutto il mondo. Nel 2010, IKEA ha avviato 11 di questi progetti su 7 negozi in California, il negozio in Arizona, due negozi della East Coast, e il centro di distribuzione sud-ovest. Con l’istallazione di 45.300 pannelli in Usa, si garantirà una produzione annua di elettricità superiore ai 15 milioni di Kilowattora.

In Germania, tra settembre e dicembre 2011, sono stati istallati 18.300 metri quadri di impianti nei due store di Friburgo e Ratisbona. 530 tonnellate di CO2 in meno all’anno. La multinazionale, leader mondiale nella vendita al dettaglio di mobili e articoli per la casa, ha scelto i moduli solari REC, compagnia norveges, sia per i stabilimenti in Germania che per quelli in America.

Come sempre baluardo dell’avanguardia sostenibile, Ikea non ha intenzione di prendere in appalto i pannelli, ma li compra direttamente. Il progetto dall’America arriva in Italia. Dal 2011 è in corso l’istallazione di impianti fotovoltaici sui tetti dei negozi italiani, per un totale di 130.000 pannelli. Il primo in assoluto è stato il nuovo store a Catania.

14.000 pannelli sul tetto e sulle pensiline del parcheggio permettono la produzione di energia elettrica per il 23% del totale indispensabile per l’esistenza del punto vendita. A Bari, per un investimento di 20 milioni di euro, il brand ha istallato 6.847 moduli fotovoltaici.

IKEA Villesse, in provincia di Gorizia, ha montato 5.782 pannelli che creeranno il 20% dell’energia elettrica necessaria al funzionamento del negozio. In questo modo, eviterà ogni anno l’emissione in atmosfera di oltre 400 tonnellate di anidride carbonica.

IKEA Ancona sta installando 6.840 pannelli solari fotovoltaici che consentiranno di produrre autonomamente circa il 12% dell’energia elettrica necessaria al suo funzionamento. Inoltre, anche il resto dell’energia prodotta nel punto vendita di Ancona sarà rinnovabile perché proveniente da centrali idroelettriche.

Ma passiamo alla Capitale dove ci sono ben due punti vendita. Ikea Anagnina istallerà 6633 moduli per un totale del 10%, evitando ogni anno l’emissione in atmosfera di circa 250 tonnellate di CO2. E’ attualmente in corso l’installazione di 5334 pannelli fotovoltaici a Porte di Roma che, a regime, consentiranno di soddisfare l’ 8% del fabbisogno di energia elettrica del negozio ed eviterà ben 200 tonnellate di CO2.

Ikea non è solo un’azienda mondiale leader nel settore, ma dimostra di avere un’anima e dovrebbe essere presa come esempio da molti altri brand. La rivista americana Time l’ha inserita fra le prime 8 aziende più rispettose dell’ambiente del mondo.

 Sara Stefanini