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Atac: da venerdì scatta l’aumento. Rimangono poche le agevolazioni per i giovani

Dal 25 maggio, si acquisteranno i biglietti a 1,50€ ma fino al 31 luglio è possibile viaggiare con i vecchi ticket.

Il costo dei biglietti aumenta e, a mò di contentino, aumentano anche i minuti a disposizione per l’utilizzo: da 75 a 100 minuti. Che conquista. Per chi ha da parte molti bit, dal 1 luglio al 31 ottobre, sarà possibile cambiare i ticket con quelli nuovi pagando la differenza.

Un’altra novità riguarda gli abbonamenti mensili. Si dividono in personali ed impersonali. Il mensile “personale” costa 35€ ed è nominativo, mentre quello “impersonale” costa 46€ e può essere utilizzato alternativamente da persone diverse. “Ideale” per familiari o gruppi di amici che prendono “alternativamente” i mezzi. Si ricorda che non esistono agevolazioni per giovani o over65 sull’abbonamento mensile. Un lieve aiuto è indirizzato ai disoccupati residenti a Roma, iscritti alle liste di collocamento da oltre 2 anni, e con un reddito ISEE inferiore a 20mila euro.

L’abbonamento annuale consta di diverse distinzioni. Quello ordinario (250€) è a titolo personale ed è valido per 365 giorni dal momento della convalida. Per i giovani la situazione è complicata. Si ha diritto ad una riduzione “a scaglioni”. E’ disponibile per i giovani fino a 20 anni e per gli studenti fino a 26 anni residenti a Roma o non residenti ma con borse di studio o esenzione dalle tasse universitarie. Ma non è finita qui. Le prerogative precendenti non bastano se non si ha un reddito inferiore a 20.000,00€. Con un reddito fino a 10mila, l’annuale costerà 130 euro, fino a 15mila, costerà 140€ e l’ultimo scaglione fino a 20mila euro permetterà di acquistare l’abbonamento a 150€. Chi ha un reddito superiore, anche se ha tra gli 0 ed i 26 anni, pagherà 250 euro. Però, un bambino fino a 10 anni se accompagnato da un adulto, viaggia gratis. Per gli over65, la questione del reddito a scaglioni è la stessa. L’annuale lo pagheranno tra i 150 ed i 130 euro. Ci si aspettava di meglio, ma non ci sono state molte rivolte o risposte su questo argomento. Ci si aspetta un servizio migliore, adesso che l’Atac ha aumentato i prezzi. Ma osservando lo snodo della metro alla stazione Termini si può capire tanto su quello che sarà il futuro. Stanno mettendo pannelli costosi e nuovi di zecca sopra mura marce e luride, come se stessero tappando il lerciume metropolitano con pareti “spaziali”.
Per qualsiasi altra informazione consultare questo utile documento fornito dall’Atac.

Sara Stefanini

 

 

L’Atac ama il rischio: aumenta le tariffe di biglietti e abbonamenti

1,50€ il costo del singolo biglietto. L’abbonamento mensile da 18€ per studenti e untra 65enni sparisce. Tutto questo, dal 25 maggio.

In arrivo l’ennesima stangata per i cittadini. Non bastava l’Imu, l’accisa sulla benzina, il caro prezzi. Ora, aumenta anche il semplice biglietto dell’autobus a Roma, dal 25 maggio. L’Atac ha pensato bene di aumentarlo da 1,00€ a 1,50€. Così, chi non poteva più prendere la macchina per via del costo della benzina, ora non può neanche prendere i mezzi. Ma non è finita qui. Le riduzioni sugli abbonamenti mensili per gli studenti, per i giovani e per gli ultra sessantenni, non esistono più. O meglio, esistono a loro piacimento. L’over 65 è costretto a comprare l’abbonamento annuale imposto a 250 euro. Lo pagherà 150€ se, e solo se, avrà questi requisiti: aver compiuto la richiesta età, essere residente a Roma e se ha un reddito Isee sotto i 20mila euro. Per i giovani? Stessa solfa. A sostituzione dell’abbonamento mensile di 18€, c’è l’annuale a 150euro solo per i giovani fino a 20 anni e per gli studenti universitari fino a 26 anni con indice Isee tra i 15mila e i 20mila euro. L’alternativa è il mensile a 35€ o l’annuale a 250 euro, tondi tondi. Cari giovani e anziani, l’agevolazione mensile da 18 euro ve la dimenticate. Potrebbe, perché no, iniziare una vendita su Ebay delle vecchie reliquie così i più nostalgici potrebbero, di tanto in tanto, rispolverare i biglietti di una volta. I giovani, non solo sono dimenticati dalle Istituzioni, ma neanche le minime agevolazioni possono ricevere. Consolano così i responsabili dell’Atac, almeno fino al 31 luglio tutti i titoli, giornalieri, mensili, annuali ancora in circolo, saranno validi e non stracciabili.

L’Atac sta rischiando. I cittadini potrebbero rivoltarsi di brutto. Ogni venerdì c’è uno sciopero che mette a disagio solo i lavoratori e le persone per bene, i mezzi pubblici sono diminuiti e non rispettano mai gli orari. Le metro sono state chiuse un’estate intera per lavori inesistenti, e ancora adesso, sono attive fino alle 21 di sera. Quando non scioperano.

Per non parlare dei pannelli di aggiornamento “in tempo reale” dell’arrivo degli autobus, collocati vicino qualche pensilina alla fermata. Alcuni non rispecchiano la realtà, sono “a tempo casuale”, e, inoltre, sono troppo pochi. E per questo disservizio continuo, è più che logico pagare di più. I pendolari sono più che contenti di sborsare quei soldi più che andranno sicuramente ben spesi. Frottole. La gente è stufa. L’Atac sta tirando troppo la corda.

Sara Stefanini

Atac, Roma come fa senza i suoi dipendenti?

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L’Atac esercita tagli e riduzioni di stipendi. E come al solito a pagarne le conseguenze sono i semplici cittadini. Lunedì, 31 ottobre, in via Prenestina, hanno protestato i dipendenti Atac immobilizzando tutta la zona Prenestina-Porta Maggiore. “Se non tornano indietro sull’abrogazione del contratto aziendale, bloccheremo la città” è la frase pronunciata da un lavoratore davanti al sit-in di protesta della sede dell’azienda, proprio in via Prenestina.
Un’altra manifestazione spontanea è avvenuta proprio il 2 novembre, stavolta in piazza del Campidoglio e un dipendente dice: “Siamo indign-atac perché non ci pagano gli straordinari, perché ci tagliano i stipendi e ci aumentano le ore di lavoro!”.
I lavoratori tra autisti, controllori, addetti alle biglietteria, operai e macchinisti, si opporrebbero all’abolizione di alcune voci del contratto integrativo con conseguente riduzione di stipendio. E così si è paralizzato il trasposto urbano, portando rallentamenti nell’intera città.
I sindacati temono una riduzione di 350-400 euro al mese, un aumento di ore lavorative da 36 a 39 e denunciano turni troppo faticosi e stressanti in un traffico metropolitano come quello della Capitale. Non sarebbe, infatti, possibile godere a pieno delle ferie per via della carenza del personale . Gli impiegati non hanno la minima intenzione di pagare loro la crisi di bilancio Atac, e come incalza Alessandro Onorato, capogruppo dell’Udc in consiglio comunale: “Prima di arrivare a colpire autisti, macchinisti e meccanici, bisogna tagliare gli sprechi conclamati e soprattutto allontanare i partiti dalla gestione dell’azienda”. Dello stesso parere è il segretario romano del Pd, Marco Miccoli: “è ingiusto che i lavoratori paghino lo scandalo Parentopoli, che ha scassato le  casse dell’azienda,  facendo assumere a tempo indeterminato centinaia di amici degli amici”. Il consigliere comunale del Pdl, Giovanni Quarzo ribatte: “l’opposizione dovrebbe evitare di prendere posizioni che davvero non stanno né in cielo né in terra”.
L’intervento risolutivo dopo le proteste, è arrivato direttamente dal Sindaco Gianni Alemanno e dall’assessore alla mobilità Antonello Aurigemma, i quali hanno chiesto all’amministratore delegato Atac, Carlo Tosti, di non modificare i trattamenti esistenti col fine di arrivare ad un sereno confronto fra le parti che avrà luogo la prossima settimana. Il Sindaco aggiunge: “Tutti, Amministrazione capitolina in testa, devono fare la propria parte affinché l’azienda del trasporto pubblico della nostra città riesca a risolvere gli attuali problemi e si rilanci”.
L’azienda stessa, il giorno seguente rettifica le proprie disposizioni. L’aumento di ore è relativo al personale amministrativo e di manutenzione, con l’esclusione di macchinisti, autisti, personale delle biglietterie e ispettori. Quest’ultimi, si assicura, non riceveranno alcuna riduzione. E col fine di evitare strumentalizzazioni, l’Atac si dichiara aperta a qualsiasi dialogo.
Domani, 3 novembre ci sarà il presidio nazionale dei delegati dei trasporti in piazza Cola di Rienzo ed è previsto uno sciopero nazionale il prossimo 7 novembre contro l’aumento dei prezzi dei biglietti.

Sara Stefanini