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“Pedala che ti passa”, i detenuti del Brasile scontano le pene in bici

Succede in Brasile. 3×1, non è una vantaggiosa offerta del supermercato, ma un compromesso con i carcerati della prigione di Santa Rita do Sapucai, nello stato brasiliano di Minas Gerais. Ogni tre giorni di pedalata, un giorno in meno della loro detenzione creando, oltretutto, energia sostenibile.

L’iniziativa chiamata “Progetto Luminar” conviene sia ai carcerati sia ai cittadini. Coinvolge 130 carceri e si dà la precedenza a chi ha già scontato metà della pena e chi è stato segnalato per buona condotta. I detenuti, a gruppi di tre, escono dalle loro celle alle 7.30 e pedalano fino alle 17.30, con un ‘ora e mezzo di pausa per pranzare e riposarsi. Otto ore di attività al giorno, dal lunedì al venerdì. Come un normale orario di ufficio, oltretutto, si sa, pedalare tonifica. Così il carcere di Santa Rita, al finir delle loro pene, riconsegnerà uomini forti e in forma alla società. Pronti per una nuova vita.

Il direttore del carcere Santa Rita, Gilson Rafael Silva, si ritiene soddisfatto perché il progetto sta riscuotendo successo e pensa addirittura di estenderlo a tutto lo stato dato che si trova già al centro di un progetto di legge. L’intento è quello di incrementare l’illuminazione dell’Avenida Beira Rio e di aumentare il numero di biciclette da quattro a dieci.

Sembra ottima l’idea del “pedala che ti passa” visto e considerando che i carcerati fornirebbero un servizio utile allo stato, non sentendosi inetti o emarginati dalla società. Un pò quello che aveva pensato anche la Ministro Severino per la questione del terremoto in Emilia. Rimettere in piedi il nord d’Italia devastato da una catastrofe naturale, con l’aiuto di chi vive da anni nelle celle.

Sara Stefanini

Brasile: è arrivata la “ricicletta”, la prima bici che nasce dai rifiuti

Il progetto “Muzzicycles” è di Juan Muzzi, l’inventore uruguaiano, che ha sviluppato un metodo intelligente per produrre biciclette grazie al riutilizzo della plastica. Ha dimostrato di saper creare una bicicletta con poco più di 100 bottiglie in PET. La bici, oltre che ecologica è anche economica, è in vendita a 140 dollari, prezzo che copre solo i costi di produzione.

Inizialmente, nessuno voleva dare credito al progetto, anzi, lo ritenevano non idoneo per un paese come il Brasile, e gli dissero che sarebbe stato meglio se avesse chiesto finanziamenti in Germania o negli Stati Uniti. Alla fine, il Banco Uruguaiano gli dà credito e Muzzi inizia la produzione in serie nella sua fabbrica a São Paulo.

Le ecobici hanno un design minimal, essenziale, senza saldature né vernici. L’intento di Muzzi è quello di venderle a tutti, e vuole raggiungere chi si trova sulla soglia della povertà. Ma i progetti dell’uruguaiano non si fermano qui: ha intenzione di realizzare bici sempre più leggere ed economiche.

Nel suo verde ed ecologico sito, è possibile verificare in tempo reale la quantità effettiva di bottiglie di plastica tolte dalla discarica 15.840.600, e utilizzate per la creazione di 132mila biciclette con i rispettivi 2.738.227 kg di Co2 risparmiati. Ecologico, trasparente, economico. È un serio progetto per migliorare la situazione ambientale del pianeta ed il signor Muzzi ci ha messo la firma per impegnarsi a far sempre di più.

Sara Stefanini

Guarda come nasce una “ricicletta”: