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Donne e media: uniti per le pari opportunità

Il dibattito, Donne e media, girerà tutta l’Italia ed ha avuto inizio durante la Giornata Mondiale della violenza sulla donne, indetta dall’Onu nel 1999. La considerazione della qualità delle donne e non solo della loro esteriorità è un aspetto molto dibattuto e proprio dai mass media dovrebbe partire un cambiamento radicale per un apprezzamento reale del mondo femminile.

Il 25 novembre, nella Sala Odeion della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma La Sapienza, si è tenuto il primo di una serie d’incontri “Donne e media”, promosso dall’Associazione Pulitzer. A moderare l’incontro, Natascha Fioretti, giornalista, responsabile delle pari opportunità nell’Associazione e della sezione italiana dell’Osservatorio europeo del giornalismo. A dare testimonianza, Giovanna Cosenza, blogger e docente di semiotica dei nuovi media all’Università di Bologna, Antonella Beccaria giornalista e scrittrice, Loredana Lipperini collaboratrice delle pagine culturali dei “Repubblica” e conduttrice di Fahrenheit su Radio Tre e Milly Buonanno, professoressa di Sociologia dei processi culturali e comunicativi a La Sapienza.

Secondo alcuni dati Istat, 7 milioni di donne hanno subito violenza fisica o psicologica, solo nel 2010, 127 donne sono morte in Italia. Per introdurre il dibattito, è stato proiettato il video-documentario Il corpo delle donne realizzato da Lorella Zanardo. Il video, frutto dell’unione di varie scene televisive, ha suscitato disappunto. In televisione, purtroppo la presenza femminile è di quantità (circa il 60% totale), non di qualità. Sono rari i profili televisivi dove è richiesta competenza. La Zanardo, nel suo video considera la tv come un circo nel quale le donne sono delle “grechine”, delle cornici di contorno e spesso vengono derise per la loro superficialità.
Al termine del video Natascha Fioretti espone dei sostanziali dati del World Economic Forum, secondo i quali l’Italia, su 135 paesi analizzati, quest’anno si trova al 74° posto per la parità di genere e la considerazione della donna. Considerando che nel 2008, era 67°, il nostro paese è peggiorato. Ci sono altri dati sconcertanti. In Europa, la presenza delle donne nei media è per il 42,8% come veline e solo il 23% delle donne sono chiamate per le loro competenze.


Immagini e dati che gelano se pensiamo che siamo nel 2011 e molto poco è cambiato rispetto al passato. Come sottolinea la giornalista Beccaria, oggi la donna è diventata oggetto anche di corruzione, stando agli ultimi fatti politici. Ha citato un aneddoto, una prima pagina del Corriere della Sera del 1978, nella quale un anonimo scrisse una lettera dichiarando il suicidio perché non sapeva decidersi tra la moglie e l’amante. Ed ecco come un fatto privato diventa pubblico. Ora siamo arrivati ad una fase del processo dove tutto ciò ci sembra normale. La prof.ssa Cosenza ha svolto un interessante studio sui videogame dove sono presenti donne ed il risultato che ne esce fuori è un video molto simile a quello della Zanardo.

O vengono rappresentate donne succinte o mamme perfette. O Maddalena o Maria. E che dire della dicotomia bella/superficiale e brutta/intelligente? Chi ha detto che una bella donna non possa essere anche intelligente e viceversa? È questo quello che la conduttrice Lipperini contesta. Non si può creare opposizione tra donne e donne e soprattutto i media non possono oscillare tra due soli modelli. Bisogna uscire dagli stereotipi e dai canoni che per troppo tempo abbiamo noi tutte sopportato. Nella letteratura quello che emerge è la ragazzina che sogna il principe azzurro, nelle pubblicità ci sono le mamme che fanno il bucato o che si occupano dell’ambiente. Con tono sarcastico la Lipperini: “Ma perché l’uomo non può essere interessato all’ambiente?”.
Non sono mancate le critiche ai giornali nei confronti del trattamento delle Ministre del Governo Monti. La Lipperini  ha sottolineato come venissero commentate per i loro tailleur o collane di perle. “Ma quando mai si sente parlare delle cravatte dei Ministri?”, è l’altra stoccata che dà, facendo notare come le donne al governo non vengono considerate per le loro idee ma per i loro vestiti.
Le tematiche affrontate e da affrontare sono tante. Non si esaurisce in un incontro un tema così profondamente radicato nella società. Con il fine di lasciare uno spunto di riflessione attraverso le parole che Anna Magnani pronunciò rivolgendosi al suo truccatore: “Le rughe non coprirle che ci ho messo una vita a farmele venire”.

Sara Stefanini