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Mare: niente crisi per gli affitti

Ville a Sabaudia per turisti ricchi e Ostia per famiglie romane

Da Sabaudia a San Felice Circeo, da Torvajanica a Ostia, il mare del litorale romano e laziale non conosce crisi. Una settimana, dieci giorni, un mese. Non importa quanto, ma è certo che le giovani famiglie romane e non solo, non possono fare a meno del mare. E si accontentano della costa sporca di Ostia e delle sue spiagge scure, invece di andare all’estero o in Sardegna.
Adesso è tempo di tirare le somme, però. Alla porte dell’alta stagione non si registrano cali di affitti delle case al mare. E i prezzi, per fortuna, sono rimasti gli stessi del 2011. Sabaudia e San Felice sono ricercate soprattutto da nababbi stranieri e ricchi turisti russi, inglesi e tedeschi. Sono disposti a pagare fino a 35 mila euro per una villa extralusso. Per l’ambiente incontaminato, le ville più belle e suggestive sono già state prenotate tra gennaio e febbraio. Bene Ostia, più alla portata di tutti e a mezz’ora da Roma, traffico permettendo. Nell’anno corrente è stata registrata una richiesta del venti per cento in più rispetto allo scorso anno. Sono rimaste ancora molte le disponibilità per Anzio, Nettuno e Fregene. Meno gettonate, almeno per quanto riguarda gli affitti. Si registra una flessione in negativo del 30 per cento e tanti sono ancora i cartelli con la scritta “Affittasi”. Tante famiglie hanno le seconde case a Anzio e Lavinio, ecco spiegato perché la richiesta di fitti in quelle zone è minore.

A Marina di Ardea e Tor San Lorenzo il dato sugli affitti nel periodo estivo è in picchiata.  A Torvajanica sono rimasti immutati sia i prezzi che il movimento immobiliare. Acqua stagna, in pratica. Un altro aspetto da notare è la modalità di vacanza che scelgono gli italiani. Si riducono i tempi e si condividono alloggi con più persone della stessa famiglia o tra amici.

Sara Stefanini

Missione mare: la presa della battigia

Ticket sì, ticket no. La confusione tra gestori degli stabilimenti e bagnanti. Biglietti e  tornelli d’ingresso che ricordano quelli delle metropolitane. E tutto questo per accedere alla spiaggia.

Sosta, transito e accesso libero. Tre parole che creano confusione tra bagnanti e gestori degli stabilimenti. Le persone, munite di crema solare, telo da mare e occhiali da sole, spesso non sanno bene come comportarsi e questo va a favore degli stabilimenti che se ne approfittano e fanno affari d’oro. Alcuni, per la sosta sulla famosa battigia chiedono, infatti, di pagare un ticket dai tre ai sei euro. Una vera e propria tassa sul mare. In realtà, la suddetta tariffa è fuorilegge perché è vietato fermarsi e prendere il sole nei 5 metri presso il mare e anche perché, è dovere ricordarlo, l’accesso è libero a tutti. Se n’è accorta anche Legambiente che ha ormai cominciato il tour in giro per l’Italia con la Goletta Verde, e ha denunciato questa situazione divenuta ormai insostenibile. «Non è cambiato nulla rispetto agli anni scorsi: tutto è palesemente in contrasto con l’ordinanza balneare ma il comune di Roma non fa nulla per farla rispettare», afferma Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio. E continua: «il mare è ingabbiato, gli obblighi di pagamento per accedere all’arenile ci sono tutti mentre i muri arrivano fino al mare». Mentre negli altri litorali si cerca di migliorare, nel mare di Roma nulla è cambiato.
Per due anni consecutivi Legambiente aveva assegnato la “bandiera nera” al “lungomuro” inaccessibile delle spiagge del Lido di Ostia. Quest’anno si ripete, non c’è due senza tre.

Il manuale del bagnante, come difendersi dalle ingiustizie

 «Il 60% delle spiagge italiane oggi sono privatizzate e cementificate contro un media europea de 30-35%». A dichiararlo è Angelo Bonelli, presidente nazionale dei Verdi, nel corso della conferenza stampa di presentazione del Manuale di autodifesa del bagnante, edizione 2012, svoltasi la mattina del 3 luglio al pontile di Ostia. La spiaggia libera, diventata ormai un miraggio,  è «un diritto rubato a chi non può permettersi di pagare ombrellone e lettino», afferma il leader ecologista.  «L’Italia – continua – è l’unico paese al mondo in cui per andare al mare in alcune significative località come Roma viene imposto il pagamento di un biglietto d’ingresso».

Rosario Febbraro, maresciallo della Guardia Costiera di Ostia, spiega: «L’accesso alla battigia è gratuito. Quindi, la persona che vuole accedere all’interno di una struttura privata per transitare sulla battigia non deve pagare nessun tipo di ticket – e aggiunge – è da sottolineare che può raggiungere il bagnasciuga soltanto per arrivare e transitare, anche perché i 5 metri della battigia sono riservati soltanto ai mezzi di soccorso». Ad Ostia, però, non si riesce ad entrare negli stabilimenti senza previo interrogatorio da parte dei gestori che domandano: “Che fate? Dove andate?”. Dopo aver dato spiegazioni di dove, perché e come si va, il bagnante confuso può finalmente vedere le onde del mare che s’infrangono sulla sabbia scura di Ostia. È già una conquista, però, considerando che lo scorso anno per fare semplicemente un bagno bisognava pagare un biglietto all’ingresso.

A Fregene, la situazione non è la stessa ed i gestori sembrano molto più disponibili. O disinformati? C’è chi sostiene che se ci si sofferma sulla battigia bisognerebbe pagare un biglietto che però, magnanimi, non fanno pagare. Oppure c’è chi dice che “a norma” si può stare con l’asciugamano. Ma la realtà, dal punto di vista giuridico, non è proprio la stessa. Le disposizioni della Capitaneria di Porto di Fiumicino sono  assolutamente diverse. Il comandante Lorenzo Savarese, infatti, puntualizza: «No assolutamente non è a norma sostare sulla battigia. È possibile, invece che i gestori facciano pagare un biglietto per stare nell’arenile in loro concessione, allora a quel punto va bene, ma questo non è possibile per quanto riguarda la battigia».

I bagnanti criticano e polemizzano. Non capiscono come il ticket possa esonerare dagli oneri della legge o meno. Legge, quella del 2006, che stabilisce il libero e gratuito accesso anche ai fini della balneazione. Per rivendicare questo sacrosanto diritto, i Verdi con Angelo Bonelli e i Radicali con Mario Staderini e Umberto Croppi, stanno promuovendo un referendum che prevede la raccolta di 50mila firme, con il fine di prendere provvedimenti per la prossima primavera. Il “lungomuro” di Ostia, così lo chiamano i cittadini, deve tornare ad essere di tutti.

 Sara Stefanini