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Financial Times: “Berlusconi, in nome di Dio, dell’Italia e dell’Europa, vattene!”

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«Berlusconi, in nome di Dio, vattene!», è il titolo shock del Financial Times del 4 novembre. Racchiude, in una sola esclamazione, il riflesso del nostro paese all’estero. E questo ci può far riflettere molto. Ci serve per vedere come il comportamento di un essere umano può compromettere la credibilità e la reputazione di un intero paese nei confronti del mondo intero. La Comunità Europea, specie il Fondo Monetario Internazionale, ci sta alle calcagna e controlla ogni mossa economico-finanziaria dell’Italia. Il resto del mondo punta il dito verso lo scempio del Bel Paese. E poi l’effetto più eclatante lo abbiamo avuto oggi. Stamattina si erano vociferate, tramite Franco Bechis e Giuliano Ferrara, le dimissioni del Premier. E subito è stato un boom nelle Borse. Lo spread fra btp e bund tedesco a 10 anni è diminuito costituendo un record storico, è arrivato a quota 491 punti prima di tornare a 468. Anche le borse europee sono aumentate. In Italia, in particolare, non si avevano risultati così positivi dal 2001, anno dell’avvento dell’Euro. Il mercato sembra, così, scommettere sulle dimissioni. Questo a dimostrazione di quanto pesa il nome Silvio Berlusconi in campo europeo. E un accenno degli effetti delle sue dimissioni li abbiamo visti proprio oggi. Certo, questo aumento, bisogna vedere se è legato ad un fatto momentaneo o se è segno di una costante ripresa. È stato deriso dopo il suo rifiuto degli aiuti economici dal FMI, alla riunione del G20 ha detto: “L’Italia non sente la crisi”. Io credo che quel sorriso non sarebbe rimasto se lo avesse detto di fronte ai comuni cittadini italiani che, loro sì, la sentono la crisi.
Il Financial Times nell’articolo suddetto, fa notare quanto la situazione italiana e greca si somiglino. E soprattutto quanto i due Premier, Berlusconi e Papandreou siano simili. Entrambi governano con una maggioranza sul limite della sopportazione. Almeno quest’ultimo si è reso conto che non poteva più andare avanti e si stanno prendendo decisioni alternative.

Sempre sullo stesso giornale si legge: ”non essendo riuscito a passare le riforme nei suoi due decenni in politica, Berlusconi non ha la credibilità per portare un cambiamento significativo”. E si conclude così: “Dopo due decenni di spettacolarità inefficaci, le uniche parole per dire a Berlusconi fanno eco a quelle usate una volta da Oliver Cromwell. In nome di Dio, dell’Italia e dell’Europa, vattene via!”.

Sara Stefanini