Questo film parla della difficile metabolizzazione di un lutto, un dolore che sembra inestirpabile e che pervade la mente, il cuore, l’anima di tutti i personaggi coinvolti sentimentalmente col deceduto. Siamo in Sicilia, una Sicilia ovattata, dove il dolore è amplificato nella maniera peggiore: finestre e specchi oscurati, digiuni, veli neri, sguardi svianti … E’ morto un giovane, lo si capisce subito, e sua madre (una Juliette Binoche splendida, in grado di reggere un intero film con una emozionante espressività facciale) soffre in maniera spropositata, la perdita del figlio è intollerabile, uno sgarbo del destino, il voltafaccia di un dio ingiusto. Continua a leggere
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Ansa
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