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La politica costa a ogni cittadino 646 euro l’anno
Casta, 24,7 mld l’anno per istituzioni e enti pubblici
In Italia, 1mln 300 mila persone vivono di politica

QUANTO CI COSTA LA POLITICA. La politica costa a ogni cittadino 646 euro all’anno e impiega il 12,6% dell’Irpef incassato dallo Stato, per una spesa totale di 24,7 miliardi di euro ogni 12 mesi. È questo il prezzo di un sistema composto da istituzioni nazionali e locali, enti, agenzie pubbliche, aziende controllate o partecipate dai Comuni e dalle Regioni, consorzi, associazioni di Comuni, Comunità montane e grandi società per azioni a capitale in tutto o in parte statale. Governo e sottogoverno, come si diceva un tempo, cioè la Casta e un sottobosco dove si aggirano nani strapagati e travestiti da manager, portaborse, consulenti e figure di ogni genere, pagati con quattrini pubblici e, soprattutto, nominati o scelti dai politici, spesso, anche se non sempre, senza che vi sia alcun riguardo al merito o alla professionalità. Continua a leggere

Il peculato è di moda e i conti non tornano
Dopo Lazio: Campania, Emilia, Lombardia nel mirino

Non solo il Lazio. Adesso le regioni finiscono nel mirino degli inquirenti. E la politica è sempre più sotto un assedio a dir poco legittimo. Dalle cene fantasma dell’Emilia alle intercettazioni telefoniche in Campania, senza dimenticare le risposte politically un-correct della Lombardia. L’Italia è un puzzle frammentato di conti pubblici che non tornano e a rimetterci sono sempre i cittadini che pagano cara la mancata trasparenza Continua a leggere

Amministrative: i grillini avanzano, crolla il Pdl e la Lega

Pizzarotti a Parma: una conquista a 5 stelle. Doria sindaco di Genova, Orlando per la quarta volta a Palermo. Crollano Pdl e Lega. Bersani: «Il Pd ha vinto».

La politica italiana è in fase di cambiamento. Lo dimostrano le elezioni amministrative con la schiacciante vittoria della sinistra e del partito di Beppe Grillo, anche nei ballottaggi. La fortissima percentuale di astensionismo al voto, il 51,4%, è la fotografia della crescente sfiducia dei cittadini nei confronti della classe politica. Rispetto al 2007, il calo dei voti registra meno 12%. Prima di queste amministrative, il centrodestra governava ben 98 comuni mentre il centrosinistra solo 56. Adesso la situazione si è ribaltata: 95 città sono amministrate dal centrosinistra e al centrodestra restano solo 34 comuni.

La vittoria dei grillini. «Agirò con la massima trasparenza, nelle decisioni più popolari e in quelle meno popolari. Quello che spero è che la partecipazione rimanga alta, questa è la garanzia più importante», dichiara il 39enne Federico Pizzarotti, neosindaco di Parma. Sin dalla candidatura, ha sempre puntato sulla partecipazione dei cittadini, ma già nascono le prime discrepanze con il fondatore del Movimento a 5 stelle: «Grillo avrà meno importanza di prima. Non gli chiederò consigli su come gestire Parma, e non credo me li voglia dare. E poi, non condivido il termine grillino». Sulla stessa linea, la dichiarazione del comico: «Dopo Stalingrado c’è Berlino, ora riprendiamoci il Paese».

Orlando a Palermo. Bene Orlando che per la quarta volta diventa primo cittadino e porta a casa il 72,43%. Accusa i partiti e sentenzia: «Sono inadeguati, lontani dai sogni e dai bisogni della gente. La primavera è tornata, io sono l’anticasta». E, aggiunge: «La mia vittoria di oggi a Palermo fa nascerela Terza Repubblica». Aveva già guidato il Comune dal 1985 al1990 a fianco della Democrazia Cristiana e poi dal 1993 al 2000 perla Rete, partito fondato dallo stesso Leoluca Orlando.

Un genovese su quattro ha votato Doria. Marco Doria, di Sinistra Ecologia Libertà, ha ottenuto il 59,71% contro il 40,8% del suo sfidante del Terzo Polo, Enrico Musso. Nonostante la vittoria, Doria non nasconde la preoccupazione per l’aumento dell’astensione al voto: «La democrazia è in sofferenza – dichiara in un’intervista a La Repubblica – il rapporto con la gente è sfilacciato, quasi rotto. Il problema persiste, è inutile nascondersi dietro a un dito».

La Sinistra incassa la vittoria. Il Pd grida vittoria. Ad esultare per primo è, infatti, Pierluigi Bersani «Il Pd e il centrosinistra vincono le elezioni, i democratici non accetteranno che qualcuno tenti di rubare la vittoria. Siamo i primi in 92 Comuni su 177, quindi noi abbiamo vinto senza se e senza ma».

La débacle del Pdl. E’ sotto shock uno dei due partiti usciti sconfitti dalle elezioni. Ma ciò nonostante, Angelino Alfano sostiene che il consenso per il centrodestra è ancora ampiamente maggioritario nel Paese. E aggiunge: «La sconfitta è un brutto film che sta per finire». Pensa già al domani, il partito dell’ex premier Berlusconi. A giorni partirà un altro movimento con nuovi volti e  nuovo nome. Per il momento, Silvio Berlusconi tace e prende tempo.

La Lega sotto terra. Il Carroccio perde su tutti i fronti. Sette ballottaggi su sette. E su 12 comuni che aveva, ora ne ha solo 2. Roberto Maroni scarica le colpe sul fondatore Umberto Bossi: «Abbiamo pagato un prezzo altissimo. Paghette e lauree hanno fatto giustamente arrabbiare gli elettori». Ed è pronta anchela Lega Nord per un rinnovamento e l’ex ministro Maroni sta già lavorando per diventare il nuovo ago della bilancia nel 2013.

 Sara Stefanini