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Che il 266esimo pontificato abbia inizio
Gioioso, Papa Francesco, saluta i fedeli

Inizio pontificato Papa Francesco - Sara Stefanini (467)“Custodire la gente e aver cura di ogni persona”, questo il primo forte messaggio di Papa Francesco nel giorno di inizio pontificato. Ma sopratutto, davanti alle 160 delegazioni straniere, chiede di non lasciare che “segni di distruzione e morte accompagnino il cammino del nostro mondo”. Continua a leggere

Tutti in piazza contro Hollande e l’austerity
La folla: «Non ti abbiamo votato per questo»

Erano 50mila a Parigi urlando, «Non ti abbiamo votato per questo». Sono passati appena cinque mesi dalla mega festa alla Bastiglia che ha accolto positivamente il neo premier francese François Hollande e già spuntano le prime polemiche sulle politiche applicate e sui maxi-tagli imposti dall’Europa della Merkel. La gauche dell’intera nazione era riunita domenica 30 settembre contro l’austerità ed il fiscal compact che il Parlamento comincerà a discutere domani. Continua a leggere

Il 6 maggio entrerà nella storia europea: Italia, Francia, Germania, Grecia, Serbia alle urne

6 maggio, una data da ricordare che cambierà l’equilibrio in Europa.

Una domenica di elezioni decisiva per l’Italia, l’Unione Europea e le borse mondiali. Oggi, si vota in Italia, in Francia, in Grecia e in Serbia. Per le amministrative in Italia, 942 comuni italiani con 9 milioni e 231 mila elettori sono chiamati al voto per scegliere il sindaco ed i consiglieri comunali, ma l’affluenza alle urne è veramente bassa.

In calo è anche la partecipazione al voto in Francia per il nuovo Premier dove in lotta ci sono il nazionalista e precedente Premier Nicolas Sarkozy ed il socialista François Hollande. Al momento, il tasso di partecipazione è il 30%, nel 2007 era il 34%. Nella corsa all’Eliseo, Sarkozy ci crede ancora, ha lottato fino all’ultimo comizio, ma il preferito è senza dubbio Hollande che già si prepara a cambiare l’abito. Molto probabilmente, Sarkò ha sbagliato la propaganda politica gridando «meno stranieri, più lavoro» e inneggiando il tricolore francese. In un momento delicato per l’Europa, dove tutti i paesi sono appesi a un filo unico gestito dalla Bce del SuperMario Draghi, la politica di chiusura nazionalista non ha portato da nessuna parte il marito della Carla Bruni. Le urne si chiuderanno stasera e si saprà successivamente il verdetto finale.

Da un voto certo ed esplicito a un voto incerto e complicato: le elezioni in Grecia che dovrà scegliere la prossima guida parlamentare dopo la parentesi di Papademos. Antonis Samaras del partito Nea Dimocratia del centro-destra è il favorito, al momento. Seguitissime in tutto il mondo, vengono considerate decisive per le agenzie di rating e le banche internazionali. Gli elettori greci sono spaccati a metà: devono decidere se aprire le porte all’Europa e rispettare i patti stretti con Bce e Fmi o lasciare totalmente perdere e cambiare rotta. Quest’ultima tendenza creerebbe una nuova tempesta finanziaria e porterebbe ancora più caos e crisi.

Si vota anche in Serbia, candidata all’ingresso in UE, dove sette milioni di elettori dovranno porre le loro preferenze per le elezioni presidenziali, parlamentari e locali. Le presidenziali sono arrivate con un po’ di anticipo a seguito delle dimissioni di Boris Tadic di aprile. Dimessosi per poi ricandidarsi, l’europeista del Ds si trova a combattere contro il conservatore e nazionalista Tomislav Nikolic. Ma si dà già per vincente il dimissionario che così passerebbe al suo terzo mandato consecutivo.

In Germania, c’è una situazione di trepidante attesa per due motivi: le elezioni del Land più grande della nazione, il Nord-Reno-Westfalia con 18 milioni di abitanti, dove si prevede la sconfitta della coalizione della cancelliera Merkel. Il secondo motivo è l’assetto europeo dopo il 6 maggio. Se non dovesse vincere Sarkò in Francia, l’asse Francia-Germania non sarà più lo stesso benché Hollande abbia dichiarato: «Con la Merkel nessun conflitto, solo differenza di vedute». Se in Grecia vincerà il nazionalismo anti-Bce, sarà un fallimento economico per l’Europa che aveva investito nel paese e modificherà i piani di salvataggio futuri per i paesi in difficoltà. Angela Merkel si consola con il continuo consenso dei suoi elettori che sarebbero pronti a rivotarla subito.

Insomma, nel bene o nel male, domani sarà tutto diverso e bisognerà riprendere le fila del discorso europeo per ripristinare i conti pubblici in ciascun paese d’Europa.

Sara Stefanini