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Malasanità in Puglia, Vendola indagato per mancate transazioni strategiche

 

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Le indagini sulla malasanità in Puglia non si arrestano. E neanche le inchieste su Nichi Vendola. Già indagato per abuso d’ufficio, favorendo la nomina di un primario dell’ospedale San Paolo, ecco la seconda tripletta di accuse: peculato, falso e, di nuovo, abuso d’ufficio. Indagato per la transazione di ben 45 milioni di euro mai avvenuta fra la Regione Puglia e l’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti. L’indagine è condotta dalla pm di Bari Desirée Digeronimo e oltre il politico Vendola, sarebbero accusati anche il vescovo Mario Paciello della diocesi di Altamura, don Mimmo Laddaga il direttore dell’ospedale ecclesiastico Miulli, gli ex assessori Alberto Tedesco e Tommaso Fiore.

Al centro dell’indagine ci sarebbe un accordo volto a chiudere un contenzioso amministrativo di 80 milioni. L’ospedale aveva fatto ricorso al Tar per chiedere 42,6 milioni di disavanzo maturati dal 2002 al 2007 a seguito di fondi mancati dalla Regione per la ristrutturazione della nuova sede. L’ospedale aveva utilizzato 76 milioni di fondi propri fino a fine 2008 perché non aveva potuto utilizzare fondi pubblici sanitari. Il Miulli sosteneva, quindi, che le spese sarebbero state maggiori rispetto ai rimborsi della Regione. La transazione venne firmata l’11 marzo 2009 ma il 5 luglio 2010, la giunta Vendola ci ripensa e annulla tutto. Tre mesi più tardi, la Tar condanna la Regione a pagare il risarcimento ormai lievitato a 175 milioni più 17 di danni. Il sospetto della pm è che tutto ciò sia stato strategicamente progettato poiché la Regione sapeva che annullando, sarebbe uscita sconfitta dalla Tar.

Vendola, dal canto suo, dichiara: «Qualche ora fa ho ricevuto la notifica di una richiesta di proroga di indagini da parte del GIP di Bari. Si tratta di un procedimento penale del quale non avevo mai avuto alcuna notizia. Dal tenore dell’atto non sono in grado di capire ciò che mi sarebbe addebitato, ma, considerati i nomi coinvolti, deduco che si tratti di questioni relative all’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti. Sono rammaricato – spiega Vendola – di aver ricevuto solo oggi questa notizia, perché se la stessa mi fosse stata comunicata appena ventiquattrore prima, come è nel mio costume, avrei potuto informare la stampa e l’opinione pubblica in una unica soluzione».

Sara Stefanini