Diviso tra ambigue inchieste sul doping e sfide ciclistiche al limite dell’umano, può Lance Armstrong, da eroe dello sport trasformarsi in impostore? Da campione osannato dai media (se droghi un campione rimane sempre un campione!) a bugiardo professionista, anzi, professionale?
Evidentemente sì, perché quella di Armstrong è un mito al contrario, dove la magagna è stato il fiore di un segreto programmato a tavolino. Ma la domanda è: perché? Ovvero, perché uno sportivo deve farsi “cavia” affinché l’industria che ruota attorno allo sport possa proliferare? Continua a leggere
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