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Strage a Brindisi: ecco le immagini del killer

Pubblicato l’identikit. Sfuma l’ipotesi della pista mafiosa

Verranno celebrati oggi pomeriggio nella chiesa madre di Mesagne i funerali di Melissa Bassi, la studentessa di sedici anni che ha perso la vita quarantotto ore fa dopo l’esplosione di due ordigni di fronte all’Istituto Morvillo Falcone a Brindisi. Ci saranno anche il premier Mario Monti, rientrato in anticipo dal summit di Camp David negli Stati Uniti, e il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, che in mattinata assieme al ministro della giustizia, Paola Severino, presiederà un vertice in prefettura.

Il cerchio si stringe e il presunto assassino ora ha un corpo e un volto ma non un nome. Una telecamera davanti all’istituto ha ripreso un uomo, probabilmente italiano, bianco, tra i 50 e i 55 anni, proprio nel momento in cui sembra che azioni il telecomando che innesca l’ordigno. In quel momento il killer indossava una giacca scura, pantaloni chiari e delle scarpe da ginnastica.

Le immagini fanno pensare ad un gesto isolato dalla volontà stragista e che non ha nulla a che fare con la criminalità organizzata locale come si pensava all’inizio. Voleva la strage e l’ha ottenuta ma il movente ancora non è chiaro: «Non ci sono elementi per dire che c’era un obiettivo specifico dell’azione –ha affermato il procuratore capo Marco Dinapoli- e non necessariamente siamo di fronte ad un attacco terrorisitico». Poi ha proseguito dicendo: «Prendendo per buona l’ipotesi del gesto isolato si può pensare ad una persona arrabbiata e in guerra con il mondo, che si sente vittima o nemico di tutti e che utilizza una simile occasione per far esplodere tutta la sua rabbia».

Si tratta comunque di una persona che sicuramente conosce l’elettronica e che probabilmente non avrebbe agito da solo almeno durante la fase preparatoria. Sarebbero, infatti, state interrogate due persone, uno dei quali sarebbe un ex militare di professione, con conoscenze di elettronica, e parenti con rivendita di bombole di Gpl per uso domestico.

Benedetto XVI durante l’Angelus ha ricordato le ragazze e i ragazzi coinvolti nell’attentato, specialmente «la giovane Melissa, vittima innocente di una brutale violenza» rivolgendo un pensiero particolare ai suoi familiari.

 Alessandro Filippelli

L’Aquila “intatta” di Google Maps

I brividi. Adesso mi vengono i brividi. Ho scoperto che su Google Maps si può vedere L’Aquila ancora “intatta”, quando c’era gente, quando niente era andato distrutto, quando la città era viva! E rabbrividisco nel NON riconoscere alcune vie della zona rossa ormai transennate, impalcate. Rabbrividisco nel vedere quel condominio dove senza rispetto sono entrata nelle case squarciate dal terremoto. Rabbrividisco nel visitare virtualmente una città che ora non c’è più.

E la casa dello studente, su google maps, mozza il fiato.

Di primo impatto non si riconosce. E gli alberi, ora non ci sono. Senza verde, appare come la città dei fantasmi. Non ci sono più semafori, non ci sono più secchi della spazzatura, non c’è più niente di quei banali aspetti tipici di una città dei quali neanche ci si fa particolarmente caso. Neanche quelli.

E via Roma. Storica sede dell’Università dell’Aquila. Non ci sono più quelle bandiere che svolazzano sopra il portone, non c’è più il bar Roma dove gli studenti facevano colazione, non ci sono più le macchine parcheggiate.

E così, per chi come me, non era stato mai a L’Aquila, prima del tragico terremoto, è possibile rivisitare la città com’era. Non sono molte le immagini che la ritraggono sul Web. Google, nostalgico, dà la possibilità di fare un salto nel passato.

Sara Stefanini