Un attimo di sublime terrore: il “Macellum”. Al teatro dell’orologio fino al 3 novembre

MacellumOsservando Macellum si ha la sensazione di tornare indietro nel tempo, in quello spazio primitivo che appartiene a ognuno di noi. Nonostante si tratti di una rappresentazione “storico-narrativa”, Macellum è un sogno distorto, l’immagine prolungata di un attimo di sublime terrore, è un coagulo di sangue rappreso, la zolla amara di un campo arato da un’aspra battaglia, è vendetta, è orgoglio, è onore.

L’aria è cupa, e risuona di lame affilate. Titta Ceccano monologa nel buio preludio di una battaglia; potrebbe essere l’alter ego di un artigiano, che forgia la spada della discordia, rude e feroce coltelliere esposto agli strazi di un conflitto. Oriazi e Curiazi si sono scannati come pecore di una cieca transumanza. E poi tre fratelli contro tre fratelli: cor discordium, che si insinuano nella narrazione con la violenza fratricida delle guerre antiche, nel caso riproposto quella di Romani e Albani, che si incontrano e si scontrano, in un massacro (o macellum) in rappresentanza del Popolo Latino contro l’invasore Etrusco, che nel parlato iperpoetico del monologante funge da Nemico Invisibile, pretesto scatenante di un odio celiniano (“Nel cuore degli uomini non c’è che la guerra.” Louis-Ferdinand Céline, Il dottor Semmelweis). Le parole sono scudisci, cozzate di scudi, frecciate … ogni gemito infatti è scandito dalla chitarra-arma di Roberto Caetani, presente-non presente in scena, araldo scenografico e paratestuale, a metà fra un bluesman e uno avvilito stornellatore. Ma quando questo massacro sarà concluso (ma potrà aver mai fine l’odio fratricida dell’Uomo?) rimarrà l’eterno quesito come unico supremo vincitore: l’Eroe è anche un assassino?

Lo spettacolo è tratto da “L’Orazio” di Heiner Muller ed è inserito nel progetto “Materiali-Muller” di cui fa parte anche “Fra Mosca e Berlino”, altro caposaldo del duo Titta Ceccano-Julia Borretti, abili e appassionati esploratori degli abissi del teatrante tedesco, eroe ed impostore degli eterni Bene e Male dell’Umanità. In Macellum infatti ritroviamo sia la forza impenetrabile della parola, sia la funzione tragica della crescita umana, ovvero di una integrità artistica che tiene conto del ricordo come di un maleficio inestirpabile.

Ignazio Gori

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Macellum. Dal 29 Ottobre al 3 Novembre. Ore 21:15 (domenica 17:45). Teatro dell’Orologio, Via de’ Filippini 17/a, Roma. Info: 0668308735 info@teatrorologio.it

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