“Un minuto dopo l’esplosione della Luna” di Roberta Sirignano

un minuto dopo l'esplosione della luna Roberta Sirignano«Le ore perdevano gli attimi nella circolarità del tempo. Gli attimi correvano, li vidi passare mi fermai li guardai si voltarono. Mi guardarono»

Una poesia sperimentale, una narrativa poetica, una lettura che va presa a piccole dosi. L’approccio di Roberta Sirignano con il lettore è interattivo e futurista, particolare e all’avanguardia e a spiegarcelo è proprio lei, l’autrice: «Ogni racconto breve o testo breve è introdotto da una poesia e collegato ad un effetto fotografico. Il mio intento è quello di suggerire al lettore un’immagine fotografica da creare dentro di sè, legata al racconto e che abbia l’effetto fotografico che gli indico man mano».

La poetessa ha un rapporto ambiguo col tempo e “rincorre l’orologio”, racconta di attimi, scrive di ore e di momenti vissuti. Lo si capisce dal suo tipo di scrittura così sfuggente, istantanea, quasi a voler impressionare con dei flash. Ogni frase è secca e riflessiva allo stesso tempo. Roberta Sirignano si lascia contaminare da vari generi, da varie arti, come quella della poesia, del racconto breve e della fotografia. Ogni storia è a sé, ogni ‘foto’ è a sé e lascia pura libertà di immaginazione al lettore, o forse bisognerebbe chiamarlo scrutatore delle diapositive della vita della scrittrice?

Ma Roberta Sirignano racconta in esclusiva a Kaleidoscopia com’è nato l’accostamento tra storia e fotografia: «Inizio da un effetto polaroid, che è quello più “semplice”, infatti il protagonista del testo collegato, L’incontinenza del cuore, soffre di un minimo ‘malessere’, una delusione d’amore e la visionarietà del testo è al 55%, mentre la visibilità al 45%».

Man mano che scorrono le pagine e si continuano a leggere le poesie in prosa, la visionarietà aumenta sempre di più, perché i racconti diventano sempre più ‘complicati’, alcuni con protagonisti vivono situazioni contorte o molto particolari e quindi, precisa, «la visibilità diminuirà, aumenterà la visionarietà fino ad arrivare all’ultimo racconto che è collegato al ‘negativo fotografico’, proprio perché é il più visionario, irreale e terribile, anche se poi, in realtà, non del tutto distruttivo». Una poesia non tanto riflessiva quanto descrittiva. Roberta Sirignano usa tutti gli strumenti che può, dagli anglicismi alle parole composte, dalle parentesi alle nenie, per creare una progressività. Fa in modo che il lettore ‘apra la mente’ gradualmente al suo stile, che la capisca piano piano, anche se in fondo, non si arriva alla totale comprensione. E l’autrice ci tiene a precisare che, gradualmente, «mentre la visibilità diminuisce, la visionarietà aumenta, è un crescendo ed utilizzo gli effetti fotografici per dare un’idea di questo percorso». Gli stessi effetti fotografici che danno libertà e arbitrio al lettore. Buona visione.

Sara Stefanini

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