Urban Diary di Ignazio Gori – Decima puntata
Biagio Muccati e la sua malattia: l’Aids

mano disegnoIeri sera ho cenato con Biagio. Ormai cammina con l’aiuto di un bastone da passeggio comprato presso un antiquario di piazza Navona, per darsi un tono di nobile eleganza, dice lui, e camuffare i segni della malattia, che affiorano sul volto. Siamo andati al Caffè Tornabuoni, dove fanno delle insalate di granchio che sono la fine del mondo. C’è anche una vasta scelta di vini italiani e francesi e i dolci bavaresi poi, sono la loro specialità.

Peccato che Biagio non potesse esagerare; deve rispettare una dieta ferrea, a causa dei problemi intestinali peggiorati con l’avanzamento della malattia.
Dopo qualche minuto che eravamo seduti, ecco che si avvicinano due ragazze giovani, carine.
“Scusi tanto, ma lei non è Biagio Muccati?”
“Sì, sono proprio io!”
“Ah, che meraviglia, che fortuna averla incontrata … ci fa un autografo per favore?”
Biagio era stato un grande attore, ma durante la sua carriera non gli era mai capitato di firmare autografi. Nemmeno una volta. Il teatro è un’arte con scarso risalto mediatico.
Quando le ragazze se ne andarono, tutte contente, io e Biagio ci scherzammo sopra. “E’ davvero svilente che abbia dovuto firmare il mio primo autografo alle soglie del baratro”.

“Forse” dissi per rinfrancarlo, “avranno visto qualche tua vecchia foto … una di quelle col torace scolpito, il mascara sugli occhi e i capelli lucidi di brillantina”.
“Sì, forse, ma come hanno fatto a riconoscermi? Ora sono un mostro!”. Dopo una breve pausa a fissare nel vuoto, riprese.
“Sai, gli applausi mi hanno sempre insospettito. Ho sempre pensato: Non è che mi applaudono perché sanno che ne ho un disperato bisogno per vivere?”.
Infatti quando Biagio smise di lavorare, lontano dagli applausi, si ammalò.
L’Aids è un architetto infallibile. Un professionista dalla crudele generosità.

Ignazio Gori

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