Urban Diary di Ignazio Gori – Prima puntata
Il vecchio plebeo stile anni Sessanta

Pare giunto al capolinea. Avrà non meno di ottant’anni e alle spalle un ‘esistenza stravissuta. La beffarda giostra della vita lo avrà condotto persino in carcere; sarei davvero stupito del contrario.In confronto a lui, a quel suo cheto essere arcaico, straniero in patria, i tanti cinesi che affollano il vagone sembrano la normalità. Loro, che comandano la realtà con la pacata violenza del silenzio. Ma torno, con lo sguardo, al vecchio plebeo.

Lo immagino ai tempi dei Sessanta, etichettato come borghese, magari perchè beveva vino solo durante i pasti e due dita di liquore per digestivo.
Poi verso i Settanta, una ragazzina in minigonna deve averlo denunciato per supposta violenza carnale, mandando in frantumi il suo matrimonio: vero o falso, ha poca importanza, quando si è in ginocchio, al cospetto delle Leggi dell’Apparire.

Divenuto così un pericolo pubblico, avrà di certo accettato l’incarico di giustiziere di se stesso, finendo per accomodarsi nella depressione, tra vinili di Vivaldi, minestrine e bucce d’arancia, per anni, fino a oggi, scarnificato nel volto e nell’anima, in questa metro affollata nell’ottobre romano, triste e sconsolato come l’animo di chi lo immagina.

Ah, quanto mi commisera dipingere o ridipingere il mondo altrui. Gli occhi degli sconosciuti, se sai ascoltarli, raccolgono grumi di orrori e meraviglie.

Urban diary – Seconda puntata

Ignazio Gori

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