Urban Diary di Ignazio Gori – Quindicesima puntata
La Signora Falsità e il Ferragosto

soffittaHo trascorso il Ferragosto in Calabria. Letto Knut Hamsun nel cuore della Sila, illudendomi di una tranquillità che non può esserci in nessuna parte del mondo. Ottimo cibo, sapori di una volta. Ragazzi dallo sguardo di lince, e poi di nuovo attraverso i monti con un bus strapieno fino a Roma. La canicola d’agosto. Il cantiere della metro C sempre in evoluzione, sembra che accompagni la decostruzione della mia anima. Non riesco più a mentire col sano gusto del mentire; nemmeno alle persone che più amo.

I pakistani, gli accattoni del quartiere, le solite facce violente. Amici veri non ce ne sono. Sono solo capaci di scriverti nel pieno del pranzo di Ferragosto, tra melanzane gratinate e gnocchi al pomodoro, che non c’è più nulla da fare, che si sentono persi, che il suicidio sarebbe la migliore soluzione, che neanche quest’anno sono riusciti a pagare una vacanza da sballo. E tu a piangerti dentro anche a Ferragosto, con i parenti e suoceri che non comprendono il tuo stato d’animo.

Così, tra mille piccole cosmiche preoccupazioni psico-sessuo-ambientali ritorno al mio lavoro, terminare un romanzo, poesiole che fanno star bene appena chi le scrive, un attimo di gioia preziosa, articoli e recensioni e la biografia di un ballerino finocchio finito nello stanzino del dimenticatoio. Dicevo di aver letto Hamsun in una bellissima e fresca macchia di castagne. “La solitudine è il più bel dono.” Hamsun era nazista. Quanto costa essere democratici con se stessi …

Ignazio Gori

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