Urban Diary di Ignazio Gori – Seconda puntata
Incontri a Termini: il “senso della vita” per un ex galeotto e un pakistano orbo

Due facce sconvolte. Una è quella di un ex galeotto e l’altra di un pakistano orbo. Sono a Termini, ed è notte fonda. Questa volta, la stazione appare diversa, non quella di sempre, forse è un segno. Il caso vuole che incontro due anime, con le quali comincio a parlare, scoprendo altre prospettive e altri mondi. Non prima di tornare alla realtà, scopro degli aneddoti veramente curiosi…L’ex galeotto si chiama Andrea. Si è fatto diversi anni dentro per spaccio e ora bazzica la vita notturna della stazione Termini, per rimediare qualcosa. Andrea è spesso in compagnia di Maria, una tossica punkabbestia di Bologna, con tre cani al seguito. La scorsa notte l’ho trascorsa con loro a discutere sul “senso della vita”, vista dal basso. E’ difficile intrattenere una conversazione con Andrea perchè crede di poter rimorchiare tutte le ragazze che gli passano davanti, mentre Maria finge d’ingelosirsi, identificandosi con Madame Bovary.

Il pakistano orbo invece si chiama Omar. E’ un uomo sui quaranta, trasandato, molto disponibile. Tiene un banco di libri usati e materiale pornografico in piazzale dei Cinquecento. Siamo amici da diversi anni. Una volta mi ha detto: “Qui devi essere discreto, perspicace, e devi avere una grande memoria. Vengono i clienti e dicono ‘Il solito Omar!’ e devi ricordarti i gusti sessuali di tutti per dargli il prodotto giusto”. La battuta preferita di Omar è “la scimmia e il vitello giaceranno insieme, e il vitello dormirà ben poco.”

La faccia di Andrea sembra una trapunta di ferite. Quella di Omar un lastricato di consolazioni. Entrambe mi dicono che il “senso della vita”, dal basso o dall’alto, è solo questione di humour. Anche oggi, passando di lì, me ne dovrò ricordare.

Urban diary – Prima puntata

Ignazio Gori

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