Urban Diary di Ignazio Gori – Sedicesima puntata
Madame Toussaud e la lettera di morte

3632364303Ricordarsi di essere capaci di cacciare un grido e liberarsi dell’odio accumulato, sembra ora essere quasi un privilegio. Lo dico conscia di questa sorta di stanchezza che ha incatenato i miei giorni, la mia vita, tiritera di un ambiguo giuoco di menzogne pagliaccesche.
Eppure, mi è così cara, ora più che mai, la gioia di certe piccole cose quotidiane, un sorriso, i colori dati dal taglio della luce, il fondo lasciato dal caffè nella tazzina di porcellana, che tanto amo …

Ma ricordarsi improvvisamente, la sera, questa sera, di essere ancora capace di urlare ogni cosa a un silenzio che non risponde, mi è impossibile. Il reflusso di un mare, intimo e segreto, mi bagna i piedi, le fibre del mio corpo, rilasciate, abbandonate a una bellezza irraggiungibile.
Cerco di respirare, ma da qualche giorno ho male al cuore. Un dolore sottile, come di un ventaglio rotto d’estate. Un russare profondo di un minuscolo cetaceo virale.
Ed ecco che anche pensare fa male, anche riflettere su chi ancora amo, e perché. La fibra del mio corpo, sembra aver perduto, alle soglie di una età più triste, quell’ala di leggero sentimento, di attaccamento alla vita, necessaria a protestare, a fronteggiare il giorno, il tempo.
Voler discutere con il silenzio dei miei inganni non cambia lo stato delle cose. Sono sola. Nonostante tutti. Spiegarlo occuperebbe un’esistenza che non mi appartiene. Così, mi affido a parole che afferro in un momento d’ispirazione, come in un deserto di rosei, aculei cristalli.
Non di disperazione parlo. O di noia.
Qualcosa di più complesso e banale al contempo, che ridicola fa la pagina di questo straccio di romanzo.
Ho pensato di strappare tutti i fiori più belli del suo giardino.
In questo modo, potrei celare il risentimento che ha generato questa mia invettiva, e al contempo rivelarla, nella sua più cruda e dolce essenza.
Strapperò i fiori più belli del suo giardino; come dire: toglierò respiro, ai suoi occhi.
Ma ai miei, accecati di sesso, osano due avvoltoi disperati.

Madame Toussaud
15 agosto 2013

*

Questa lettera mi è pervenuta da una mia amica, che ora non c’è più. Ha preferito suicidarsi il giorno di Ferragosto, avvertendo solo me del suo agire. Non svelerò per rispetto la sua vera identità, né il motivo del suo gesto estremo. Lascerò cantare le sue ultime parole, sotto l’anonimato che più amava. Ciao Madame.

Ignazio Gori

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