Urban Diary di Ignazio Gori – Terza puntata
Lady Insolenza e l’uomo importante

Ieri è stato l’anniversario della mia prima volta. Laila era un’odalisca meravigliosa. Sono dodici anni che non la vedo. Ricordo che tornai a trovarla, non per concedermi il bis, ma per invitarla ad uscire. Mi ero completamente invaghito di lei. Ma era troppo tardi. Nella sua vita era entrato lui, l’uomo importante. Uscimmo, diventammo amici o forse qualcosa di più. Una sera le dedicai un pensiero, scritto sul tovagliolo in una trattoria: “A Laila, compagna d’amori e d’insolenze”.
Era infatti davvero insolente; una dolce, tenera, capricciosa insolente che mi faceva impazzire. Ma a Lady Insolenza, più che gli evasivi poeti garbavano i maschi schietti. Me ne accorsi inevitabilmente durante una cena, in un ristorante cinque stelle che mi costò uno sproposito.

Mi stava come al solito dicendo del suo odio per gli uomini, sul fatto di come potesse intrattenere sette relazioni contemporaneamente senza provare per nessuno dei suoi amanti la minima compassione e contegno. Quando all’improvviso, mi accorgo che tra una parola e l’altra buttava l’occhio in direzione di un tizio, un uomo distinto, sui cinquanta, capelli neri, leggermente brizzolati sulle orecchie, un grosso naso aquilino: il classico naso da uomo importante. E anche lui la guardava da un po’. Trascorso qualche minuto la vidi alzarsi dal tavolo e senza nemmeno congedarmi dirigersi presso il tenebroso sconosciuto, come fosse amore a prima vista.

Col senno di poi mi viene da pensare che i segreti di tante principesse sul pisello, di tante creature fatali, vanno ricercati negli occhi del primo “vero” amore. Dopo un mese mi chiamò per dirmi che si era follemente innamorata di quell’uomo. La sua buona fede è stata l’unica ragione che mi ha permesso di perdonarle lo sgarbo.

Oggi, dopo dodici anni, ho controllato decine e decine di siti internet, senza ritrovarla. Non c’era nemmeno su Porta Portese. Sono felice che non faccia più la “vita” e al contempo triste per una ragione del tutto “bukowskiana”. Strano, ricordo tutto di lei, tranne il colore dei suoi occhi.
La primavera non arriva mai se allevi rondini.

Ignazio Gori

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