Urban Diary di Ignazio Gori – Tredicesima puntata
Il Vangelo secondo Aldo Moro

Aldo_MoroLa scorsa notte ho fatto un sogno. Ho sognato Aldo Moro, uscito vivo, ma non completamente indenne, dalla Notte dei Lunghi Coltelli o da un tragico San Valentino; nel sogno non avrei saputo fare differenza. Una coltellata gli aveva sfregiato la guancia sinistra (e non la destra, per chi crede nella simbologia) dando al suo tenero volto un aspetto più virile, anche se bieco. Dei colpi di bastone inoltre, ricevuti probabilmente al fianco, lo costringevano a camminare sciancato. I sequestratori avevano fatto di quella figurina d’uomo un duro, vecchio pirata.

Il sogno poi prosegue, come se Moro potesse raggiungermi in una casa di campagna, dove stavo inspiegabilmente affettando cipolle e avevo il viso completamente irrogato di lacrime. “Caro scrittore, non piangere, se non fosse per noi, questi scemi finirebbero col dire solo bugie riguardo la nostra fine. Sono tutti assatanati di potere, di vizi. Una volta un papa ciociaro, Leone XIII offrì a un cardinale del tabacco da annusare. E il cardinale disse: ‘No, grazie, non ho questo vizio’, ma il papa rispose: ‘Non è un vizio, perchè se lo fosse, lei senz’altro lo avrebbe’. Trovo questa storiella deliziosa e terribilmente esplicativa della situazione politica attuale. Andreotti diceva che il potere logora chi non ce l’ha. Beh, io ora, a conti fatti, pur avendo amato, in modo oscuro e sinistro il senatore Andreotti, devo sconfessarlo e dire che il potere logora chi ce l’ha!”.

Espresse in maniera meno colorita, le parole di Moro, esaudivano alle mie orecchie una docile rassegnazione, come di qualcuno stufo di trovare vincitori a duelli impari. Appena sveglio, del sogno ho avuto un ricordo quasi di sollievo, come se per una volta, la verità non giacesse assassinata in un bagagliaio di macchina, in qualche vicolo della vecchia Roma.

Ignazio Gori

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